giovedì 16 luglio 2020

DALL’ITALIANO DI DANTE ALL’INGLESORUM SMART





Slogan imbarazzanti e labirinti di parole condite d’inglese in qua e là sembrano essere il tema dominante dell’attuale governo a trazione PD e 5 Stelle, rivelando certi orientamenti oltre che antipolitici (“mai con il partito di Bibbiano”, 33% di rappresentanza anti-vecchia politica, e poi si è notata la coerenza, la voglia di cambiamento, e la morale degli incorruttibili), anche anticulturali. Il marketing del neologismo “smart” sta infatti uccidendo lentamente quella che è l’identità culturale di ogni paese : ovvero la sua lingua.

E per chi come me ama dilettarsi nello scrivere con la parlata di Dante, Boccaccio, Petrarca, D’annunzio e di altri grandi della nostra tradizione letteraria, ogni “recovery fund”, ogni “recovery plan”, “JobsAct”, “FamilyAct”, “FAQ”, o altro “inglesorum smart”, appare come un attentato alla Nazione, una violenza a chi forgiò questa nostra lingua per parlare di cose alte, da cui certi partiti sono evidentemente estranei.

Non è un caso che i nostri Padri Costituenti si impegnarono nella stesura di una Carta Costituzionale ad avere tra i suoi obiettivi principi che fosse facilmente comprensibile da qualunque cittadino, e quindi appunto in Italiano, e forse non è purtroppo un caso la colonizzazione moderna della nostra lingua, accanto a quella delle nostre tradizioni culturali, sostituita a suon di “Black Friday”,  grandi catene commerciali, e luoghi di consumazione di “cibo veloce”.

Purtroppo questo lo si vede anche nelle piccole realtà locali enogastronomiche o di artigianato locale, abbandonate da sempre, e piegate oggi più che mai da questo coronavirus che ha già costretto in molti a chiudere non un “negozio”, ma un pezzo di storia italiana che non riaprirà più.  E per che cosa ?

Mercimonio ? Marketing Politico ? Un fare soldi per fare soldi fine a sé stesso, e privo di quello slancio culturale alto che ha caratterizzato la storia dell’essere umano nel mondo fin dalle sue origini ?

Si è spesso associato il medioevo, errando, ad un’età oscura di ignoranza e paura. Io guardo all’oggi, e vedo molto più oscura e ricca d’ignoranza la modernità. L’introduzione di tutti questi nuovi pseudo-termini sta portando ad un nuovo idioma superficiale, che definirei senza remore la lingua dell’ignoranza. Fumosa, spesso incomprensibile, priva di congruenza etimologica e soprattutto di “corpo”. Sì perché le parole, come ci ricorda un grande regista giapponese contemporaneo, hanno senso solo quando hanno “corpo”, fisicità, quando sono radicate nella realtà.

“Fai diventare le parole corpo, solo allora otterranno senso”.

E se ci rifacciamo a questa celebre battuta che Sion Sono fa dire ad uno dei suoi personaggi,  e la mettiamo in relazione alla politica moderna di certi orientamenti, purtroppo anche a livello locale, ritroviamo quel nulla cosmico di buonismo e sofismi, privi di spina dorsale, radicamento, ma anche visione futura.

Le previsioni delle maggiori agenzie economiche annunciano tempi durissimi per l’economia italiana : -11% di PIL nel 2020, fino a -15% per la Toscana. Servono e serviranno misure rapide ed efficaci, certe e concrete. Eppure vecchie gestioni procedono proponendo per il futuro un passato già visto, il solito intercalare di grandi annunciazioni che nascondono come sempre il nulla condito di niente. Un “nulla condito di niente” che non ci possiamo più permettere. C’è bisogno oggi più che mai di prospettiva, di programmazione, di una svolta politica neo-rinascimentale che esalti e radichi l’identità culturale nazionale, e non che la sacrifichi ad un capitalismo incontrollato  che sta divora sé stesso e tutto ciò con cui entra in contatto, esattamente come una cellula tumorale.




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