mercoledì 15 luglio 2020

“FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI… O NO ?”




Camminare in una città come Firenze e scoprirla spettrale è stato un forte trauma per chiunque di noi si sia trovato per le meraviglie delle sue strade in periodo di quarantena.  Il Covid-19 ha causato una crisi senza precedenti nello spirito della Fiorente, ma oserei dire dell’umanità intera, e che ci ha reso un po’ tutti più “bruti”. Questo si è visto molto nell’atteggiamento tutt’altro che rinascimentale dell’attuale governo, con il suo privilegiare la volgarità di una sopravvivenza sul breve termine fine a sé stessa, lontana da quella “virtute e canoscenza” di cui Dante ci narrava per primo agli albori della nascita della nostra lingua madre.  La Bellezza è stata messa in secondo piano, sostituita da un elogio ad una paura priva di futuro, e che solo ultimamente sta portando alcune delle personalità più vitali del nostro tempo a rifiutare categoricamente questa visione mortifera.

Artisti e luoghi di Cultura, ma anche tutti quegli spazi ove le persone condividevano la propria umanità, sono stati letteralmente scherniti a suon di plexiglass, mascherine e distanziamento sociale, o ancora termini come “assembramento”, neanche fossimo bestiame da portare al pascolo, quando non vere e proprie uscite poco felici come “gli artisti che ci fanno tanto divertire”, frase simbolo di Conte su cui un Kurt Cobain avrebbe avuto molto da ridire, ed anzi, ha già detto.

Non sorprende quindi che, in questo clima da inquisizione, quello che è stato il cuore pulsante del Rinascimento Italiano, ma oserei dire dell’umanità tutta, sia aggredito assieme ai suoi fratelli e sorelle, ogni altra città di Cultura, ogni “semenza” che ci ha portato molto al di là dell’animale addomesticato, impaurito, e privo di slancio vitale, a cui sembrano volerci abituare in questo periodo più che mai.

E mentre Ponte Vecchio ci ricorda che le sue botteghe non sono semplice commercio, ma patrimonio artistico, in una elegante quanto disperata protesta, “Rinascimento” diviene forse oggi più che mai per Firenze una parola d’ordine da riscoprire in questo 2020, a salvarci come un tempo dalle barbarie e l’ignoranza questa volta di uno scientismo ed un cattivo governo che dimentica che siamo anche Anima e Bellezza…

… e Botticelli, e Michelangelo, e Leonardo da Vinci…

…e Raffaello, Giotto, Masaccio, Piero della Francesca…

… ed il Vasari, Bramante, Brunnelleschi e Alberti…

… e Donatello e Mastro Dante, Poliziano, Boccaccio e Macchiavelli…

… e che questi artisti hanno consacrato la loro Vita a mostrare al mondo, a tutti noi, anche in periodi di grandi calamità, che più importante della vita stessa c’è il Viverla ed Esprimerla, condividerla in una elevazione corale al di là di ogni tempo e di ogni spazio, che connette e richiama noi che ci nutriamo di questa Bellezza al di là dei confini di Stati e Regioni.

Nel 2018 Firenze ha accolto 3.775.94 viaggiatori esteri, per un totale di 11.128.541 presenze. La galleria degli Uffizi riconfermò il primato di museo più visitato d’Italia, non soltanto della Toscana o di Firenze. Agli Uffizi, sempre nel 2018, furono staccati ben 2.230.914 biglietti. Palazzo Pitti contò 735.390 presenze mentre al Giardino di Boboli gli ingressi furono 1.188.409. Palazzo Vecchio contava 630.000 presenze, ed il Museo Novecento ben 40.000. Nel 2019 questi dati aumentarono ulteriormente, ed anche i primi due mesi del 2020 sembravano promettere bene. Ogni anno Firenze era visitata da ben 20 milioni di turisti di media, per un giro d’affari di quasi 4 miliardi. Alberghi pieni, trattorie strabordanti, musei vitali, fiumi di turisti per le strade, nei negozi, nei bar, tutti quanti affamati della storia e della cultura di Firenze. Poi improvvisamente, il niente. Un niente che se da prima poteva ritenersi giustificato vista l’improvvisa emergenza, adesso sembra essere un perseverare diabolico, quando non un vero e proprio attentato ad un settore, quello turistico, e tutto ciò che vi è legato. Conte ed i suoi alleati forse non lo sanno, ma con la Cultura si mangia eccome, in migliaia e migliaia. Va solo lasciata libera di respirare. Si mangia addirittura due volte, ma il secondo pasto è solo per chi abbia un palato abbastanza raffinato da apprezzarne la prelibatezza. Non per chi va avanti a troppo fumo, e poco arrosto.

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