Camminare in una città come
Firenze e scoprirla spettrale è stato un forte trauma per chiunque di noi si
sia trovato per le meraviglie delle sue strade in periodo di quarantena. Il Covid-19 ha causato una
crisi senza precedenti nello spirito della Fiorente, ma oserei dire dell’umanità
intera, e che ci ha reso un po’ tutti più “bruti”.
Questo si è visto molto nell’atteggiamento tutt’altro che rinascimentale dell’attuale
governo, con il suo privilegiare
la volgarità di una sopravvivenza sul breve termine fine a sé stessa, lontana
da quella “virtute e canoscenza” di
cui Dante ci narrava per primo agli albori della nascita della nostra lingua
madre. La Bellezza è stata messa in
secondo piano, sostituita da un elogio ad una paura priva di futuro, e che solo
ultimamente sta portando alcune delle personalità più vitali del nostro tempo a
rifiutare categoricamente questa visione mortifera.
Artisti e luoghi di
Cultura, ma anche tutti quegli spazi ove le persone condividevano la propria
umanità, sono stati letteralmente scherniti a suon di plexiglass, mascherine e
distanziamento sociale, o ancora termini come “assembramento”, neanche fossimo bestiame da portare al pascolo,
quando non vere e proprie uscite poco felici come “gli artisti che ci fanno tanto divertire”, frase simbolo di Conte su
cui un Kurt Cobain avrebbe avuto molto da ridire, ed anzi, ha già detto.
Non sorprende quindi che,
in questo clima da inquisizione, quello che è stato il cuore pulsante del
Rinascimento Italiano, ma oserei dire dell’umanità tutta, sia aggredito assieme
ai suoi fratelli e sorelle, ogni altra città di Cultura, ogni “semenza” che ci ha portato molto al di
là dell’animale addomesticato, impaurito, e privo di slancio vitale, a cui
sembrano volerci abituare in questo periodo più che mai.
E mentre Ponte Vecchio ci
ricorda che le sue botteghe non sono semplice commercio, ma patrimonio
artistico, in una elegante quanto disperata protesta, “Rinascimento” diviene forse oggi più che mai per Firenze una
parola d’ordine da riscoprire in questo 2020, a salvarci come un tempo dalle
barbarie e l’ignoranza questa volta di uno scientismo ed un cattivo governo che
dimentica che siamo anche Anima e Bellezza…
… e Botticelli, e
Michelangelo, e Leonardo da Vinci…
…e Raffaello, Giotto,
Masaccio, Piero della Francesca…
… ed il Vasari, Bramante,
Brunnelleschi e Alberti…
… e Donatello e Mastro
Dante, Poliziano, Boccaccio e Macchiavelli…
… e che questi artisti hanno
consacrato la loro Vita a mostrare al mondo, a tutti noi, anche in periodi di
grandi calamità, che più importante della vita stessa c’è il Viverla ed
Esprimerla, condividerla in una elevazione corale al di là di ogni tempo e di
ogni spazio, che connette e richiama noi che ci nutriamo di questa Bellezza al
di là dei confini di Stati e Regioni.
Nel
2018 Firenze ha accolto 3.775.94 viaggiatori esteri, per un totale di
11.128.541 presenze. La galleria degli
Uffizi riconfermò il primato di museo più visitato d’Italia, non soltanto della
Toscana o di Firenze. Agli Uffizi, sempre nel 2018, furono staccati ben
2.230.914 biglietti. Palazzo Pitti contò 735.390 presenze mentre al Giardino di
Boboli gli ingressi furono 1.188.409. Palazzo
Vecchio contava 630.000 presenze, ed il Museo Novecento ben 40.000. Nel 2019
questi dati aumentarono ulteriormente, ed anche i primi due mesi del 2020
sembravano promettere bene. Ogni anno Firenze era visitata da ben 20 milioni di turisti di
media, per un giro d’affari di quasi 4 miliardi. Alberghi pieni, trattorie
strabordanti, musei vitali, fiumi di turisti per le strade, nei negozi, nei bar,
tutti quanti affamati della storia e della cultura di Firenze. Poi improvvisamente,
il niente. Un niente che se da prima poteva ritenersi giustificato vista
l’improvvisa emergenza, adesso sembra essere un perseverare diabolico, quando
non un vero e proprio attentato ad un settore, quello turistico, e tutto ciò
che vi è legato. Conte ed i suoi alleati forse non lo sanno, ma con la Cultura
si mangia eccome, in migliaia e migliaia. Va solo lasciata libera di respirare.
Si mangia addirittura due volte, ma il secondo pasto è solo per chi abbia un
palato abbastanza raffinato da apprezzarne la prelibatezza. Non per chi va
avanti a troppo fumo, e poco arrosto.
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