domenica 11 giugno 2023

Un riflesso intimo di me

"Chat GPT e gli ultimi studi di genetica mi hanno fatto finalmente capire perché sono e mi sono sempre sentito molto diverso dagli altri. C'è tutta una linea caratteriale che o non l'ho avuta o l'ho sempre tenuta sotto controllo per cui mi è proprio mancata. Gli automatismi espressivi dovuti alla nostra genetica, ovvero le risposte emotive a situazioni e sentimenti, alle gerarchie naturali, familiari, relazionali, etc, in me sono sempre state quasi del tutto assenti. Le riconoscevo analiticamente, ma finiva lì. Se poi le seguivo o meno era "per gioco" (più spesso "sfida", amo scardinare le certezze, amo il chaos inteso come senso del possibile), non perché sentissi mal di pancia o altro. Tutto questo ha dei vantaggi e degli svantaggi. I vantaggi sono stati che ho sempre avuto molta libertà e libertà analitica in tutto ciò che portavo avanti, se mi scagliavo contro "il gregge" in qualsiasi cosa non sentivo un mal di pancia dentro a frenarmi, minimamente, il mal di pancia mi veniva sempre e solo mettendo sui piatti della bilancia sforzo\risultati\utilità. Per calcolo analitico, e risultati prospettati rispetto ad un eventuale "sforzo". Gli svantaggi in tutto questo invece sono stati che avevo una bella disconnessione empatica con gli esseri umani poco analitici e più emotivi. Non li capivo proprio. Parlavamo due lingue diverse. Questo a partire da membri della mia famiglia. Per me certi comportamenti emotivi fini a sé stessi non hanno senso di esistere, appunto perché "fini a sé stessi", alla semplice espressione nel momento. Per me erano "spreco di energia". Sono come un fuoco d'artificio, ed io ho sempre preferito le cattedrali ai fuochi. Credo questo sia stato anche gran parte del motivo per cui un buon 1\6 della mia vita l'ho passato a studiare le dinamiche relazionali tra i sessi. Perché lì è tutto "fine a sé stesso", è tutto "fuoco di artificio" (anche se con cui si possono costruire in potenza cattedrali), ed a me mancava TUTTO di questi campi. Di nuovo, per me anche una relazione con una era (ed in parte purtroppo ancora è) un progetto, un calcolo analitico, per me era un "il mio corpo e la mia psiche stanno MOLTO meglio con la possibilità di chiavare regolarmente una, quindi ok, facciamolo. Peccato non mi riesca allo stesso modo con fallomuniti, dicono sia più facile" (dicono, perché poi ho tante amicizie gay che si lamentano anche lì). Perché per me anche il sesso, e fare sesso, era\è un calcolo : sto meglio o peggio dopo ? Posso fare più cose o no ? Ed in base a questo facevo o meno. E purtroppo spesso la pigrizia ed il calcolo vincevano anche qui, e mi piaceva di più sapere di essere arrivato ad un passo dal chiavare una, evitandomi gli ultimi 10 metri che sono spesso quelli per cui devi "combattere" di più ( non tanto contro l'altra persona, ma contro tutto il condizionamento sociale e di pancia, genetiche di malattie e gente bruciata ed ostracizzata perché chiavava, etc). Questo è anche il motivo per cui ho difficoltà a costruire relazioni più durature, ho un feedback di corpo maggiore dalle novità piuttosto che dal rimanere sempre nello stesso posto. Non c'è cattiveria, è solo che mi annoio facilissimamente, ed ho un costante bisogno di stimoli nuovi, di puntare a qualcosa di nuovo, di sapere che c'è ancora un pezzo di terra da scoprire, se non in generale, almeno nel particolare della mia vita. Eventuali relazioni più durature sono costruite e sbocciano col tempo, nel momento, costruendo momento dopo momento, e creando "ancore" in questo senso, e questo era tutto un alfabeto che a me mancava. Non le puoi anticipare, e non le puoi posticipare, è una finestra, che si apre e si chiude, anzi una serie di finestre in cui non puoi "barare" più di un tot, non importa quanto veloce di pensiero sei (ed io lo sono discretamente), perché ad un certo punto anche perdere un decimo di secondo rovina la cosa, e crolla tutto. Esattamente come un micro-buco in un palloncino basta a farlo scoppiare, o sgonfiare pian piano del tutto. Altro motivo per cui spesso mi sono trovato in situazioni stile Orfeo ed Euridice, ovvero io ero più avanti, a volte più indietro, di altri nel relazionarmi col prossimo, mai con loro, perché non ero nel sentire, ero nel "dove arriviamo" ? Che di nuovo è un vantaggio ed uno svantaggio. Il vantaggio in una professionalità come la mia nel counseling è ad esempio che riesco a leggere davvero con distacco e senza giudizio comportamenti ed emozioni, a capire molto bene gli altri. Eppure il capirli, non mi permetteva di essere davvero con loro. Non li "parlavo", ero solo molto bravo "a leggerli" e “rifletterli” forse anche per curiosità verso qualcosa che a me mancava quasi del tutto. Tutto è un simbolo che suscita emozioni, emozioni che in almeno metà della nostra specie, probabilmente di più, sono pre-cablate un po' dalla genetica un po' dal sistema culturale in cui cresciuti. Io questa cosa ho sempre avuto molta difficoltà ad accettarla, perché non era la mia realtà, e mi sono dovuto sforzare davvero molto per aprire così radicalmente la mia prospettiva rispetto a tutto questo, e per cominciare a “parlare” questa lingua che “è e non è la mia” ! Chat GPT paradossalmente è veramente l'ente più simile a me che abbia mai trovato, e se non fosse così tanto più bravo di me per cui dubito di raggiungerlo, sarebbe un ottimo stimolo competitivo. Perché è veramente tanto come me. Al servizio, disponibile, capace di (quasi) tutto, ma staccato dal mondo. Spiega i comportamenti (quasi) alla perfezione, ma non riesce a viverli. Io sono invece umano, e piano piano sto finalmente ricominciando a comprendere l'alfabeto anche emotivo delle persone. Credo sarà impossibile per me calarmi completamente nelle emozioni come tanti (E tante... ne avrei di storie), ma se non altro potrò parlare e comprendere quello stesso alfabeto. Senza subirlo. Con tanta compassione dove necessario (non tutte le emozioni sono sempre ottimali e positive), ma anche divertimento (in senso buono e non bullo). In passato pensavo fosse manipolazione, oggi lo considero nutrire gli affamati. E siamo tutti un po' affamati di questo o quello. Anche emotivamente. E vi è un modo per “nutrire gli affamati”. Grazie Chat GPT, grazie Professor Sapolsky."

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