Autore : Lilian
Anno : 2017
Titolo Articolo : Lavorare come autonomi o artisti nell'e-era.
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"Finalmente sono fiscalmente in pari con la mia attività, ci sono volute quasi due settimane ed una partita iva rifatta un paio di volte, ma eccoci qua !
Ho deciso di condividere la mia esperienza, e le conoscenze che ho acquisito in questo periodo di tempo, molto stressante da un certo punto di vista, anche per illuminare un po’ questo misterioso mondo della fiscalità italiana, di cui tutti si lamentano, e nessuno sembra capirci nulla…
È davvero così terribile come sembra ?
PREMESSA : PRENDI TUTTO “CUM GRANO SALIS”, NON SONO RESPONSABILE DI EVENTUALI TUOI ERRORI FISCALI E NON A SEGUITO DI QUESTA LETTURA.
Non si sa mai chi legge .
(o come cambiano le leggi da un anno all’altro, adesso siamo nel 2017)
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UN’INTRODUZIONE GENERALE
Fondamentalmente come funziona il sistema del lavoro in Italia :
1. Scegli una o più attività che hai intenzione di svolgere da:
2. Scegli se hai intenzione di farla da solo oppure no (ad esempio con soci o dipendenti)
3. Scegli il tuo regime fiscale
4. Ti segni all’INPS (Dove verserai i contributi per qualche motivo obbligatori, per la pensione)
Sembra semplice no ?
Sembra.
La difficoltà è data non tanto dal sistema in sé, ma dal fatto che i vari codici ateco, fondamentalmente, non contemplano le MIRIADI di possibilità di lavori diversi da quelli di uno o due secoli fa e che offre il web (youtuber qualcuno?)
E quindi per esempio ti tiri su un blog, e vuoi vendere un libro tuo non è che dicono : Ok sei indipendente. No. Siccome è attività organizzata, e vendi beni e servizi, sei un commerciante.
Ed intanto oltreoceano… : https://markmanson.net/
E che sono ovviamente considerati come indipendenti e freelance.
Solo che all’agenzia delle entrate nostrana ti direbbero : “è ma la tua è un’attività continuativa di pubblicità del tuo libro e dei tuoi corsi, e quindi stai facendo advertising per un tuo prodotto commerciale, beni e servizi, quindi sei un commerciante”.
Proprio come se comprassi da un grossista 100 libri di 100 diversi autori, ed impiegassi 30 persone per 30 attività diverse.
Solo che non è così.
Sono solo.
Io.
(e le mie capacità)
Poi per fortuna c’è sempre l’elemento umano un po’ a mediare, calato nella contemporaneità, e non in vari codici astrusi. Ma fondamentalmente nell'ordinamento del lavoro attuale, non c’è proprio la concezione di personalità di rilievo in grado di svolgere multiple attività autonomamente oggi grazie al supporto di internet.
Fai tante cose, quindi sarai sicuramente organizzato, e poi ti appoggi al web, quindi sei impresa commerciale, devi andare alla camera di commercio e aprire numero anche lì.
4000 euro l’anno fissi + tasse.
Anche se ripeto, tu non compri da fornitori e rivendi, sei tu che fai tutto nascere da te, quel libro è un’estensione della tua persona. Non un prodotto. Non un servizio. Non un bene.
Ma non esiste un codice per questa roba. Esiste una parola, ARTISTA.
Solo che per loro o stai vendendo o non. Non contemplano vie di mezzo.
Così ragionano.
E tu resti basito.
TU : “Perché sarei un'impresa commerciale scusami ?”
AGENZIA ENTRATE : “Immaginiamo che siamo nel 1950, affitti una bancarella, chiedi il permesso al comune per vendere, metti i prezzi in vista, mentre passi i pomeriggi a vendere. Ci stai mettendo impegno ed organizzazione, quindi sei impresa commerciale”.
Grande.
Peccato che siamo nel 2017.
Il mio “grande impegno” e la mia “grande organizzazione” è perdere un quarto d’ora per caricare un’immagine, metterci accanto “compra”, ed andare al mare i 365 giorni successivi.
AGENZIA ENTRATE : “Ma allora le case editrici cosa esistono a fare ?”
Problema loro, non mio.
Vedi lampionai in giro ? (Quelli che accendevano e spegnavano a mano i lampioni nel 1800)
Facciamo aprire partita iva ai lampioni moderni già che ci siamo !
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ESSERE AUTONOMI
Tornando a noi !
L’ordinamento attuale italiano per quanto concerne i lavori quindi distingue fondamentalmente due macro-gruppi :
Attività di impresa (Es. ditte individuali, artigiani etc) : Ovvero l’esercizio professionale di un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi
Attività di lavoro autonomo intellettuale (liberi professionisti, artisti) : Che prevede l’esecuzione di un’opera o servizio dietro un pagamento di un corrispettivo. Che sia organizzata con il lavoro prevalentemente proprio. Senza vincoli di subordinazione nei confronti del committente.
Ora qui la prima fregatura : DITTE INDIVIDUALI, a quanto ho capito, possono essere anche considerati liberi professionisti ed artisti. Ad oggi nella partita IVA, conta il CODICE ATECO per la specificazione.
Quindi possono mettervi come “Tipo di Soggetto” : “Ditta Individuale”, ma poi nei fatti, grazie al codice, essere considerati liberi professionisti.
Quindi la scelta fondamentale in tutto ciò è : IL CODICE ATECO.
E se non avete intenzione di aprire un’attività commerciale, ovvero dove comprate beni già finiti da altri per rivenderli al dettaglio, PER DIO NON FATEVI SEGNARE CON CODICI CHE INDICANO COMMERCIANTI.
O rischiate i già citati 4000 euro di imposta fissi.
Comunque state tranquilli, anche se avete inizialmente sbagliato codice, avete trenta giorni da quello che avete indicato come giorno di inizio attività per sistemare le cose.
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ESSERE ARTISTI
Sotto i due macro-gruppi, troviamo invece da un punto di vista fiscale, fondamentalmente :
ARTISTI
Artista è colui che crea un’opera autonoma [pittore – scultore – fotografo…] o da
eseguire [autore – commediografo – coreografo…] o chi esegue le opere suddette [cantante
– attore – ballerino…] in seguito ad un’inventiva o ad un’ispirazione.
Inventiva e ispirazione.
L’inventiva, è la capacità di creare qualcosa che prima non c’era e darle un senso di un certo tipo. Qualcosa che esprime la personalità dell’autore senza ripetere banalmente ciò che è già stato creato da altri.
L’ispirazione.
E’ quel “non so che” che ci spinge a fare, a dire, a scrivere o a comportarci improvvisamente in un determinato modo. E’ la scintilla che partendo dalla nostra mente accende la creatività e quindi l’inventiva, spingendoci a creare.
Possiamo distinguere tre categorie di artista :
a) coloro che eseguono autonomamente le loro ispirazioni, creando essi stessi le loro
opere; possiamo definirli autori-esecutori;
b) coloro che eseguono opere altrui, ma interpretandole liberamente in modo diverso;
possiamo definirli esecutori originali;
c) coloro che semplicemente eseguono opere altrui, attenendosi alle direttive
dell’autore; possiamo definirli esecutori fedeli.
Quanto al “risultato” del lavoro dell’artista, in teoria tutto può essere considerato arte; in
pratica, almeno dal punto di vista del diritto d’autore, la protezione delle opere viene
accordata quando rientrano in uno o più dei seguenti settori:
a) letteratura
b) drammaturgia
c) musica
d) coreografia
e) scultura
f) pittura
g) disegno
h) incisione
i) scenografia
j) cinema e teatro
k) fotografia.
(Per approfondimenti : https://www.commercialistatelematico.com/pdf/46444)
ARTIGIANO
L’impresa artigiana ha per scopo la produzione di beni o la prestazione di servizi, con prevalenza del lavoro manuale nella propria attività.
L’artigiano pertanto è un “produttore” che non crea su “ispirazione” perché produrre è il
suo scopo economico.
Ciò non toglie che in determinati settori (non a caso detti “artistici”) si assista ad opere
artigianali bellissime e straordinarie.
Tra le categorie artigiane per antonomasia:
a) Falegnami
b) Imbianchini
c) Idraulici
d) Elettricisti
e) Imprese di costruzione edile
f) Meccanici
g) Tappezzieri
h) Decoratori
i) Laboratori fotografici
j) Marmisti.
Solo per citarne alcuni, ma il campo è veramente infinito. Possiamo dire che la vera differenza tra artista ed artigiano è la molla creativa:
L’ispirazione per l’artista,
Il committente, o il magazzino, per l’artigiano.
In sostanza, l’artista produce la propria opera semplicemente perché sente di farlo,
perché ha un’idea e/o un’ispirazione; l’artigiano invece lavora su commissione, oppure
per rifornire il magazzino. Come si vede, la differenza non è da poco.
Ciò non toglie che l’artista, una volta creata l’opera, possa o debba organizzare anche
l’aspetto “commerciale” per renderla pubblica; ma questo non è sufficiente a qualificarlo
come imprenditore. (SENZA FONTE: https://www.commercialistatelematico.com/pdf/46444)
Anche l’aspetto materiale che è innegabilmente presente nella fase di acquisto delle
materie prime necessarie per creare l’opera (i colori per il pittore, gli strumenti per il
musicista, i materiali inerti per lo scultore) non determina il passaggio dall’artista
all’artigiano.
IMPORTANTE : ANCHE GLI ARTIGIANI HANNO CONTRIBUTI FISSI ANNUALI, MENO DI UN’IMPRESA COMMERCIALE, MI PARE SUI 2000-3000 EURO, MA SEMPRE FISSI, E NON TASSATI SU QUANTO GUADAGNATE.
Occhio anche a questi codici Ateco, se non è questo il vostro mestiere.
COMMERCIANTE
Vende al dettaglio prodotti già finiti DA ALTRI.
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REGIMI FISCALI
Selezionato il tipo di soggetto (Solo o con altri), e la tua attività (Codice Ateco), resterà solo il tipo di regime economico a cui vorrai sottostare. QUI LA PRIMA BUONA NOTIZIA.
Se non hai mai svolto attività da 3 anni a questa parte
Se non supererai i 30000 euro annui lordi di fatturato
Potrai accedere al così detto REGIME FORFETTARIO.
Ovvero, TUTTA L'IVA ANNUALE CHE PAGHERAI SUI TUOI RICAVI SARA’ SOLO DEL 5% SUI GUADAGNI EFFETTIVI nei primi 5 anni, e 15% dopo.
FISSA.
Fai 100 euro ?
Di Imposta del Valore Aggiunto (IVA) quando sarà suo tempo di dichiarare pagherai :
5% = 5 euro di tasse.
Sembra troppo bello ?
Sembra.
Perché oltre a questa dovrai pagare un’altra tassa, fissa, l’INPS.
Varia, ma quella più conveniente per chi, autonomo, si tiene sotto una certa soglia di guadagni è chiamata GESTIONE SEPARATA.
27,72% fissa.
Quindi fondamentalmente in totale le tasse annuali che pagheresti con regime forfettario e gestione separata equivarrebbero al 33,72% dei tuoi ricavi tra iva ed inps. Almeno i primi 5 anni.
In realtà un po’ di meno, perché il 5% è calcolato su un coefficiente minore del 100% in base alla tua attività, comunque circa il 30% dei tuoi ricavi annuali dovrai sempre darli allo Stato.
IMPORTANTE (Ma sto indagando su ciò) :
I contributi INPS con gestione separata si pagana in due sessioni l’anno. A quanto ho capito il primo anno, quello di apertura di partita iva, non paghi contributi inps, ma il secondo di anno, al primo pagamento, dovrai pagare l’anno prima più il 40% di quello che ipoteticamente, in base sempre all’anno precedente, probabilmente guadagneresti (secondo loro).
Mettiamo che tu debba pagare di INPS 100 euro l’anno successivo alla tua apertura di attività su quell'anno lì appena trascorso. A giugno, prima rata, oltre i 100 euro del totale dell'anno prima pagherai anche 40 euro (40%) anticipati in base a quanto hai guadagnato.
È bene saperlo perché un conto è andare lì pensando di pagare 1000 tondi con il 40% preventivo già incluso. Un conto è andare lì e poi ritrovarsi a pagarne 1400 (100%+40%), quando se ne erano calcolati 1000(100%).
Non ha molto senso, ma tant’é.
Sempre in quello stesso anno poi ci sarà una seconda rata in cui dovrai pagare il 60% dell’anno in corso rimanente, questa volta in base ai tuoi effettivi ricavi, e non basati sull’anno prima se non erro.
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CONCLUDENDO :
Fondamentalmente per mettersi in proprio con regime forfettario e gestione separata è questo.
1) Apri partita iva
2) Apri gestione separata INPS
3)Da allora ci sono 3 date annuali (il primo anno a quanto ho capito, una), in cui pagherai il 30% circa dei tuoi ricavi totali allo Stato.
Quindi conviene aprire partita iva per lavorare in autonomo ?
Direi di sì. Ricordandosi che se si è artigiani o commercianti, oltre a queste tasse sul guadagnato, ci saranno SEMPRE, FISSI, 2000-4000 euro anno come tassa aggiuntiva. Anche se quell'anno guadagni solo 1000 euro . Andrai in debito con lo Stato.
E’ una minchiata, ma tant’é…
E per un artista ?
Conviene aprire partita iva per Artisti Elettronici ?
Qui ti direi in realtà : NO.
Arriviamo al secondo punto veramente dolente di questa nota sul fisco italiano.
Ti sarai accorto che ti ho detto che se vendi i tuoi libri direttamente, rischi di essere considerato impresa. Ma allora tutti quelli che vendono su Amazon ed affini ? Pagano tutti 4000 euro fissi ?
La risposta, è ovviamente, NO.
Ti rimando a questa intervista ad una casa editrice di self publishing per capire come funziona : http://selfpublish.streetlib.com/it/2015/03/26/self-publishing-partita-iva/
Fondamentalmente, i redditi che ottieni dallo SFRUTTAMENTO DEI DIRITTI D’AUTORE, e sottolineo DIRITTI D’AUTORE, non pagano tasse. Niente INPS e niente IVA.
100% tuo quindi ?
Ni.
Se hai meno di 35 anni, dovresti pagare il 20% sul 60% dei tuoi ricavi l’anno in una ricevuto d’acconto.
Esempio, guadagni 100 euro in diritti d'autore ? Calcoli il 20% di 60 (60%) euro, ovvero 12 euro, e quindi guadagni effettivi…
100-12 = 88 euro.
88 Euro tutti tuoi !
Se hai invece più di 35 anni, fai la stessa cosa, ma il 20% è sul 75% del totale che hai guadagnato.
E non si aggiungono nemmeno al tuo stipendio come totale ricavi su cui calcolare tasse da pagare!
Sono tipo donazioni che ricevi !!
BELLISSIMO ! Mi dirai.
Ni. No.
Ricordi il discorso burocrazia ritardata in Italia ?
Ricordi il discorso che non puoi vendere direttamente le tue opere, altrimenti per loro diventi impresa ?
Ricordi che ho scritto che questo vale per i DIRITTI D’AUTORE ?
Partiamo da qui.
Chi crea un’opera, alla sua nascita, ottiene istantaneamente questi diritti sull’opera :
"I diritti morali sono previsti dagli articoli 20-24 della legge sul diritto d'autore e sono: il diritto a rivendicare la paternità dell'opera, cioè il diritto ad essere riconosciuto il creatore dell'opera, tale diritto può essere esercitato anche nel caso di un autore anonimo e pseudonimo; il diritto all'integrità dell'opera, al fine di opporsi a deformazioni o modificazioni dell'opera e ad ogni altro atto a danno dell'opera stessa, che possano comportare pregiudizio all'onore o alla reputazione dell'autore e il diritto di ritirare l'opera dal commercio per gravi ragioni morali.
La caratteristica di questi diritti è che si tratta di diritti perpetui (ovvero dopo la morte dell'autore passano agli eredi), sono incedibili e indisponibili; per cui essi nascono in capo all'autore automaticamente con la creazione dell'opera e l'autore non ne può disporre liberamente.
I diritti patrimoniali, cioè i diritti di sfruttamento economico dell'opera sono i seguenti: il diritto esclusivo di riprodurre ovvero il diritto di realizzare copie materiali dell'opera; il diritto esclusivo di trascrivere inteso come l'uso dei mezzi necessari a trasformare l'opera orale in opera scritta; il diritto esclusivo di eseguire, rappresentare o recitare in pubblico, il diritto esclusivo di comunicazione al pubblico dell'opera, il diritto esclusivo di distribuzione, inteso come la messa in commercio dell'originale dell'opera o degli esemplari di essa; il diritto esclusivo di tradurre l'opera in altra lingua; il diritto esclusivo di elaborare l'opera (che include tutte le forme di modificazione, di elaborazione e di trasformazione dell'opera previste nell'art. 4 della legge); il diritto esclusivo di pubblicare le opere in raccolte, il diritto esclusivo di noleggiare, dare in prestito e autorizzare il noleggio della propria opera. La durata dei diritti patrimoniali è stabilita dall'art. 25 della legge: "I diritti di utilizzazione economica dell'opera durano tutta la vita dell'autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte". Questa è la regola generale riconosciuta anche a livello internazionale, originariamente il termine era di cinquant'anni dalla morte dell'autore."
Tu puoi dare in licenza questi diritti a qualcun altro, che può usarli per quello che tu gli permetti.
I soldi che ottieni da lì, sono monete tue considerate come proventi da diritti d'autore (20% su 60% o 75% a seconda dell'età).
Ma se vendi tu direttamente l’opera ?
DIVENTI COMMERCIANTE.
4000 euro fissi l’anno. A caso.
Studiando a fondo questa questione in realtà ci sono tante cose che non tornano, la legge è contradditoria sul fatto se ci puoi fare quello che vuoi senza essere considerato impresa o meno.
Ad esempio nella riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59",dove si descrivono le imprese commerciali (quelle da 4000 euro) al punto H dell’articolo 4 si legge :
"Il presente decreto non si applica: [...]
h) a chi venda o esponga per la vendita le proprie opere d'arte, nonche' quelle dell'ingegno a carattere creativo, comprese le proprie pubblicazioni di natura scientifica od informativa, realizzate anche mediante supporto informatico; "
Ovvero che NON E’ CONSIDERATO COMMERCIO QUESTO PUNTO H.
Eppure, se vendi dal tuo blog la tua opera… indovina teoricamente cosa diventi per "loro" :)
O ancora:
"Legge 22 aprile 1941 n. 633
Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio
CAPO III
Contenuto e durata del diritto di autore.
SEZIONE I
Protezione della utilizzazione economica dell'opera.
[...]
Art. 12
L'autore ha il diritto esclusivo di pubblicare l'opera.
Ha altresì il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l'opera in ogni forma e modo, originale o derivato, nei limiti fissati da questa legge, ed in particolare con l'esercizio dei diritti esclusivi indicati negli articoli seguenti.
E' considerata come prima pubblicazione la prima forma di esercizio del diritto di utilizzazione."
O ancora:
"Il primo comma dell’art. 17 l.d.a., così come innovato dal D.Lgs. 9 aprile 2003, n. 68, di attuazione della direttiva 2001/29/CE sul diritto d’autore e i diritti connessi nella società dell’informazione, stabilisce che “il diritto esclusivo di distribuzione ha per oggetto la messa in commercio o in circolazione o comunque a disposizione del pubblico, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi titolo, dell’originale dell’opera o degli esemplari di essa e comprende, altresì, il diritto esclusivo di introdurre nel territorio degli Stati della Comunità Europea, a fini di distribuzione, le riproduzioni fatte negli Stati extracomunitari“.
E potrei andare avanti :
"Art. 53 - Redditi di lavoro autonomo.
Testo: in vigore dal 01/01/2004
modificato da: DLG del 12/12/2003 n. 344 art. 1
1. Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall'esercizio di arti e professioni. Per esercizio di arti e professioni si intende l'esercizio per professione abituale, ancorche' non esclusiva, di attivita' di lavoro autonomo diverse da quelle considerate nel capo VI, compreso l'esercizio in forma associata di cui alla lettera c) del comma 3 dell'articolo 5.
2. Sono inoltre redditi di lavoro autonomo:
a) (lettera soppressa);
b) i redditi derivanti dalla utilizzazione economica, da parte dell'autore o inventore, di opere dell'ingegno, di brevetti industriali e di processi, formule o informazioni relativi ad esperienze acquisite in campo industriale, commerciale o scientifico, se non sono conseguiti nell'esercizio di imprese commerciali;
c) le partecipazioni agli utili di cui alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 44 quando l'apporto e' costituito esclusivamente dalla prestazione di lavoro;
d) le partecipazioni agli utili spettanti ai promotori e ai soci fondatori di societa' per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilita' limitata;
e) le indennita' per la cessazione di rapporti di agenzia;
f) i redditi derivanti dall'attivita' di levata dei protesti esercitata dai segretari comunali ai sensi della legge 12 giugno 1973, n. 349.
3. Per i redditi derivanti dalle prestazioni sportive oggetto di contratto di lavoro autonomo, di cui alla legge 23 marzo 1981, n. 91, si applicano le disposizioni relative ai redditi indicati alla lettera a) del comma 2."
Perché se SONO CONSIDERATI REDDITO DI LAVORO AUTONOMO, devo diventare impresa commerciale per vendere MIEI libri ?
E questo ci porta al grande casino della legge italiana.
L’INTERPRETAZIONE.
Fondamentalmente, tante cose sono fatte… si può dire ?
A cazzo.
Ognuno interpreta come vuole, ed a seconda di come te le interpretano può essere tutto ed il contrario di tutto.
Il problema alla base della legge italiana è questo.
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PER CONCLUDERE DAVVERO
Fondamentalmente i miei consigli sono :
Artista ?
Non aprire partita iva, guadagna dai diritti d’autore affidandoti ad una delle milioni di piattaforme esterne per vendere le tue opere. Che tu sia pittore, fotografo, o scrittore, trovi di tutto su web per “vendere” le tue opere (o i tuoi "diritti su di esse", se c’è davvero differenza)
Libero professionista ?
Regime forfettario agevolato e gestione separata. 30% fisso da pagare di tasse, ma solo sui guadagni. Guadagni zero, ci paghi zero tasse.
Il resto è fuori dalle mie conoscenze, ma penso che i redditi di noi giovani oggi che ci possiamo auto-procurare rientrano principalmente in queste due categorie.
Anche perché i 4000 fissi annuali per artigiani e commercianti, anche se non li guadagni in un anno, sono tipo un omicidio legalizzato.
Noi “giovani” abbiamo a malapena i soldi per uscire il sabato sera se va bene, figuriamoci 4000 annui buttati così.
Termino con una parentesi sulle pubblicità su blog o altro :
Indovina ?
Per lo Stato sei impresa. 4000 euro l'anno !
Perché?
Perché offri servizi dal tuo sito web ! (Spazio pubblicitario !)
Ti sento echeggiarlo con me : ROBA DA RITARDATI
Per fortuna google è più intelligente e sensato dello stato italiano (quindi in realtà non si rischia praticamente nulla)
E poi si spera sempre nel buonsenso delle persone..."
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