mercoledì 9 ottobre 2019

Teoria e Pratica della Gestalt


Titolo : Teoria e Pratica della Terapia della Gestalt - Vitalità e accrescimento nella personalità umana.
Lingua : Italiano\Inglese
Livello Difficoltà : 4\5
Audiolibro : No
Voto Libro : 5\5
Estratto Tradotto :
"L'opinione ordinaria, tuttavia, è che il bisogno, il sentimento, sono "infantili", un residuo del passato. Freud, abbiamo visto (e lo discuteremo nei dettagli al capitolo 13), va così lontano da affermare che non solo certi bisogni, ma un intero modo di pensare, il "processo primario”, è infantile e deve necessariamente essere represso. La maggior parte dei teorici considerano certi bisogni sessuali, e certe attitudini interpersonali, come bambinesche ed immature. A nostro modo di vedere, nessun desiderio persistente può essere considerato come infantile o illusorio.
Supponiamo, per un istante, il “bambinesco” bisogno di avere qualcuno che si prenda cura di noi, un’ “autosacrificata” infermiera. È inutile dire che questo desiderio è un aspirare alla madre. Piuttosto dovremmo dire che questo desiderio sta affermando se stesso, e che sono l’immagine ed il nome “madre” ad essere impossibili, e sicuramente non intesi. Infatti senza di questi, quel desiderio è nel presente piuttosto al riparo, e probabilmente in qualche modo realizzabile. (ad esempio “prenditi tu cura di te per cambiare; basta provare ad aiutare ogni altra persona”).
Non è il lavoro della terapia portare un uomo fuori da certi desideri. Anzi dobbiamo certamente aggiungere che se, nel presente, un bisogno non è soddisfabile, ed nel presente non soddisfatto, l’intero processo di tensione e frustrazione ricomincerà, e l’uomo o tornerà ad offuscare la propria consapevolezza soccombendo alla neurosi, o, come è post-rivelazione più probabile, lo saprà e ne soffrirà, almeno fino a che non potrà fare un cambiamento nelle condizioni ambientali.
Possiamo adesso tornare alla nostra questione: l’importanza di recuperare la fanciullezza, e trovare una risposta più adatta.
Abbiamo detto che la ricostruzione del vecchio scenario non è necessaria; è al massimo un’importante prova sul significato di quella sensazione, ma anche in questo caso, non è indispensabile. Ne consegue che il recupero della vita di bambino non occupa una posizione privilegiata in psicoterapia ? No.
Per il nostro pensiero il contenuto della scena recuperata non è importante, ma è il sentimento del bambino e l’attitudine che vive nella scena ad essere di primaria importanza. I sentimenti del bambino sono importanti non come passato che deve essere disfatto, ma come alcuni dei più bei poteri che la vita adulta può recuperare : spontaneità, immaginazione, senso di direzione, manipolazione.
Ciò che è richiesto, come Schachtel ha detto, è di recuperare il modo di esperire il mondo del bambino, è liberare non la biografia fattuale, ma il “processo primario di pensiero”. Niente di più sfortunato in tal senso dell’uso corrente delle parole “infantile” e “maturo”. Anche quando “l’attitudine infantile” non è considerata cattiva nei bambini in sé, i loro tratti sono guardati in modo torvo, con “maturità bloccata”, senza discernere che cosa è stato naturalmente superato, che cosa non fa differenza che sia superato o meno, e che cosa deve essere persistente ma è escluso da quasi tutti gli adulti.
Il termine “maturità”, proprio tra coloro che ripetono di essere preoccupati di “liberare la personalità”, è concepito nell’interesse di rigidi aggiustamenti, non necessari, alla società di dubbio valore di tutti i giorni, irrigidita sul pagare debiti ed obblighi. “

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