La Rivoluzione Sessuale

Titolo : La Rivoluzione Sessuale

Autore : Wilhelm Reich

Lingua : Italiano

Livello Difficoltà : 5\5

Audiolibro : No

Voto Libro : 5\5

Estratto :

"La storia della formazione delle ideologie c’insegna che consciamente o inconsciamente, ogni sistema sociale si serve, nel proprio senso, dell’influenza sui bambini al fine di ancorarsi nella struttura umana. Se seguiamo, dalla società matriarcale a quella patriarcale, il modo in cui avviene l’ancoraggio dell’ordinamento sociale nella struttura psichica dei bambini, possiamo rilevare che al centro dell’esercizio d’influenza sta l’educazione sessuale del bambino. Nella società matriarcale, che poggia sull’ordinamento sociale del comunismo primitivo, i bambini non subiscono alcuna limitazione nella loro libertà sessuale. Di pari passo, con l’evoluzione di cellule embrionali di patriarcato, all’interno dell’economia e dell’edificio sociale, si sviluppa anche l’ideologia dell’astinenza in rapporto alla vita infantile. Il cambio dell’atteggiamento nei confronti della vita sessuale infantile è al servizio della formazione di strutture interiori autoritarie al posto delle precedenti antiautoritarie. Nella società matriarcale, alla vita generalmente collettiva corrisponde una sessualità collettiva dei bambini; ciò vuol dire che nessun genere di norma costringe il bambino entro forme determinate della sua vita sessuale. La libera sessualità dell’esistenza infantile dà un solido fondamento strutturale alla sua spontanea collocazione all’interno del collettivo e alla spontanea disciplina del lavoro. Con lo sviluppo della famiglia patriarcale, che si pone in contrasto con la gens, interviene successivamente la repressione sessuale del bambino. I giochi sessuali con i compagni vengono proibiti. La masturbazione finisce gradualmente sotto la pressione di punizioni per attività sessuali.

Da un’indagine di Roheim, su i bambini Pitchentara, risulta con chiarezza quanto tragicamente si trasformi la natura generale del bambino, quando non gli è più permesso di vivere la propria sessualità naturale. Diventa timido, represso, ansioso, sottomesso, timoroso dell’autorità e sviluppa moti pulsionali innaturali, come ad esempio tendenze sadiche. Al posto della natura libera, “impavida”, subentrano obbedienza e facile influenzabilità. Il tenere a bada gli impulsi sessuali richiede molta energia, attenzione, “autocontrollo”. Nella misura in cui le sue energie vegetative biologiche non possono più volgersi interamente verso il mondo esterno e verso la soddisfazione delle pulsioni, il bambino perde anche forza motoria, mobilità, coraggio e senso della realtà. Diviene “inibito.

Al centro di tale inibizione si trova normalmente l’inibizione dell’attività motoria, del correre, dello scatenarsi, insomma dell’attività muscolare in genere. È possibile osservare universalmente come, negli ambienti culturali patriarcali, i bambini si irrigidiscano sempre attorno ai quattro, cinque, o sei anni: diventano freddi, “tranquilli”, e cominciano a corazzarsi contro il mondo. In tal modo perdono il loro fascino naturale e molto spesso diventano maldestri, inintelligenti, caparbi, “difficili da educare"; ciò a sua volta, provoca un inasprimento dei metodi educativi patriarcali.

Su queste basi strutturali si sviluppano usualmente anche le tendenze religiose, nonché un forte attaccamento ai genitori e dipendenza da loro.

Quanto ha perso in naturale attività motoria, adesso il bambino comincia a sostituirlo con ideali fantasticati. Diviene introverso e nevrotico, “trasognato”. Più il suo io diventa debole al cospetto della realtà, più il bambino impone a se stesso pretese ideali sempre più severe, onde restare, ciononostante, efficiente. Con questo, al posto del principio dell’autodeterminazione nell’adattamento sociale e del rendimento lavorativo ottenuto con gioia, subentra, in modo strutturale, il principio di obbedienza autoritaria e, al contempo, la ribellione contro l’onere del lavoro."