lunedì 24 marzo 2025

Il valore delle risate

Da quando mi sono trasferito, nonostante problemi non piccoli avvenuti praticamente nello stesso istante, anche se non legati direttamente a me, ho avuto modo di restare molto con me stesso, in silenzio, senza distrazioni. Penso che sia una cosa estremamente sottovalutata quella di non avere distrazioni tra te ed i tuoi pensieri, tra te ed il tuo sentire, ed il poter essere libero di esprimere o ricercare ciò che si vuole quando si vuole senza "rumore" in mezzo (motivo per cui odio le pubblicità youtube, che rompono il ritmo-legame quando seguo ad esempio musiche). 


A chi sta leggendo, deve sapere che ho avuto due persone che hanno influenzato profondamente il mio essere, un "delfino" (sto rileggendo ora alcune lettere del passato, e quando la paragonai ad una ragazza mi scrisse una roba tipo : "Angel... tu credi che io sia una ragazza ?" 🤣🤣🤣, ed un Lupo (anche lui teoricamente umano, ma forse no). 


Nel trasferimento, ho salvato le lettere (rigorosamente cartacee) ricevute da questo delfino, che influenzò ai tempi profondamente il mio rapporto con espressioni di natura artistica, e rileggendole adesso pensavo avrei trovato qualcosa di solenne... ed è così in un certo senso, ma più che questo penso di non aver mai... riso così tanto in tutta la mia vita. Riso. Di gusto proprio. 


C'è un corto giapponese chiamato "Kigeki" ( https://youtu.be/tYTc19rnw6o?feature=shared) in cui fondamentalmente gli inglesi(se non erro) stanno arrivando a saccheggiare il villaggio di una ragazzina, e questa basandosi sulla leggenda di un guerriero formidabile che accetta di combattere per qualcuno solo se gli vengono portati libri interessanti, porta un libro ricercato ad esso. Il "cavaliere" accetta il libro, ma fa anche capire alla ragazzina che accetterà "il lavoro" solo se troverà interessante lo scritto. La ragazzina osserva quindi lo spadaccino giorno dopo giorno leggere questo libro, fino a che ad un certo punto gli sfugge un sorriso, e lì lei capisce che il guerriero accetterà l'incarico. 


Ecco, penso di aver capito davvero questo guerriero solo adesso, Il valore di un sorriso per un'anima antica.


""Naturalmente le mie sono solo considerazioni. Non posso avere la presunzione di sapere che cosa ti aiuta, ma secondo me (vista così dall'esterno), la prima cosa che dovresti fare è staccare la tua "prima Lei" dall'ideale di Bellezza e Sublime del quale questa non era lontanamente all'altezza né somigliante in alcun modo (almeno per ciò che ho potuto vedere con i miei occhi). Attenzione : l'ideale resta di vitale importanza ! è un qualcosa di raro, prezioso, sacro, qualcosa di valore inestimabile. L'ideale va difeso se intendi trovarlo in questo mondo in futuro. Ma devi prima di tutto operare una distinzione. Può darsi che tale ideale si sia formato proprio in quel momento, cioé in contemporanea alla tua conoscenza di questa "Lei", può darsi addirittura che l'incontro con questa persona sia stato determinante per il crearsi\manifestarsi di questo ideale, ma questo non c'entra con l'ideale stesso. 

Ecco un esempio che potrebbe andare : cammini per la strada e batti per caso la testa sulla persiana di una casa. Cadi per terra e improvvisamente vieni attraversato da una vena poetica, ecco che questo ti aiuta a comporre magnifici versi...

Dimmi, avrebbe senso ora fare un santuario a quella persiana, erigerle un tempio, e renderla sacra ?"


 🤣🤣🤣


Sono morto 🤣🤣🤣


Stecchito proprio 🤣🤣🤣🤣🤣🤣


Purtroppo non ho le mie lettere di risposta, che se non ha deciso di bruciarle per motivi probabilmente validi, li ha ancora questo Delfino. Ma sarei davvero curioso di sapere il me di allora, estremamente idealista, "sottile", fragile come cristallo, avrebbe potuto risponderle. Perché anche adesso, con molte più esperienze alle spalle di allora, molti studi, e che sono "più spesso" (forse non necessariamente un bene), mi ritrovo incantato dalle sue spiegazioni, come se ogni risposta alle mie domande anche di adesso (15-20 anni dopo) siano sempre state lì, nello scambio con questa per... delfino.


A volte mi chiedo perché abbiamo paura del silenzio, e ci sforziamo di riempirlo di suoni, spesso rumore.  Me lo chiedo doppiamente adesso che vivo da solo, e mi guardo attorno, e vedo tutta questa gente che si incasina per riempire questo silenzio. Come in una strana danza, quasi come tamburi violenti a cercare di coprire una delicata melodia sottostante. 


Ed a volte il rumore prende il sopravvento, e cominciamo a ballare su ritmi sgraziati, anziché la melodia che ci rappresenta.


Io non credo che io, il Delfino, o il Lupo di allora fossimo più intelligenti o migliori degli altri, credo però che più degli altri fossimo disturbati dal rumore, che ci feriva (sicuramente io ed il Delfino), e questo ci portava naturalmente ad "esiliarci" dalla realtà del rumore, ed avvicinarci alle melodie nel silenzio. Ora : questa modalità di affrontare la vita è considerata da deboli, perché il "mondo vero" è propagandato essere quello tra uffici di collocamento, lavoro, e "burocrazia da terzo mondo" (cit.). E se proviamo ad allontanarci, i tamburi ci vengono sbattuti in faccia ancora più forte,  da parenti, amici, persone perse nel "rave party" della vita...


...Questo è il momento in cui dovrei arrivare ad una conclusione, per rassicurarci che non siamo che vittime deresponsabilizzabili... ma non mi viene in mente niente, anche se potrei scrivere molto altro, a parte che il mio peccato più grande è stato guardare al basso anziché l'alto.


Il valore delle risate

Da quando mi sono trasferito, nonostante problemi non piccoli avvenuti praticamente nello stesso istante, anche se non legati direttamente a...