giovedì 20 giugno 2024

La cartografia dell’inferno, di Jekyll


O anche : Il tuo percorso come persona centrata e seduttiva


Traduzione : Lilian


...

È molto facile descrivere ciò che ci circonda. Quando qualcuno riesce a mettersi a posto, si guarda attorno e vede la semplicità delle cose, la semplice verità sulla forma e sulla funzione. Vede la semplice verità su come noi scimmie possiamo integrarci facilmente tra di noi, la semplice verità sul mondo. 

Ed è facile dimenticare tutto il casino affrontato per arrivare a questa consapevolezza.

Quel percorso è stato lastricato di dolore, lastricato di lotte a fronte di continui fallimenti. Ogni mattone doveva essere posato a mano. La strada che percorri dalla paura e l'isolamento alla forza e alla connessione sembra così semplice quando è finita. Ma quando la costruisci, a volte è difficile vedere altro dal lavoro infinito implicato nel sistemare le cose.

È facile per coloro che hanno dato una svolta alla propria vita guardare indietro al proprio passato da una posizione di forza e vedere come tutte le paure che li trattenevano fossero alla fine così inutili, così irreali. Penso che sia una trappola facile in cui cadere, dire agli altri di superare se stessi, di affrontare il fatto che non hanno nulla di cui lamentarsi e di uscire allo scoperto e apprendere le competenze di cui hanno bisogno per avere successo.

Ma questa, credo, è un'illusione. Clive Staples Lewis sottolinea brillantemente questo fenomeno psicologico in un libro intitolato “Il grande divorzio”. È un libro straordinario, è ciò che mi ha spinto a guardare alla filosofia in primo luogo. Lewis ha molto di cui rispondere in questa mia scelta. Il libro parla della differenza tra paradiso e inferno. L'inferno, dice, sembra così grande quando ci sei dentro. Tutte le piccole scuse che costruiamo intorno a noi stessi ci sembrano così importanti quando siamo infelici. Sembrano le cose più importanti del mondo. Sembrano tutte così giuste, così potenti. Così vere.

Quando viviamo nella paura, le nostre menti riempiono l’universo che percepiamo di quella paura stessa. Tutto è duro e freddo. Come la paura. Duro e freddo. Ma poi, ovviamente, una volta che diventi forte, l’abisso della paura si riduce ad una semplice crepa nel pavimento e puoi vedere che tutti i terrori che ti hanno trattenuto non hanno alcuna realtà.

La carica emotiva di tutto ciò che percepisci intorno a te è dettata dal tuo nucleo emotivo.

Quando il tuo nucleo emotivo è pieno di forza, il mondo intero diventa più amichevole, più luminoso, pieno di opportunità. Tutto è liscio e bello. Alla gente piaci e le cose sembrano andare a posto. Trovi facile essere calmo e facilmente espressivo in presenza delle persone che vuoi impressionare, siano esse belle donne o uomini straordinari. Affronti le preoccupazioni come se scacciassi una mosca fastidiosa e ami il brivido associato alla sfida. Ti senti sicuro. A volte ti senti anche arrogante, ma non ti perdi mai nella sfrontatezza, perché ti senti così centrato. La vita è bella.

Quando il tuo nucleo emotivo è pieno di paura, il mondo intero diventa più freddo e oscuro, pieno di pericoli. Tutto è frastagliato e tutti i bordi ti tagliano. Le persone sono distanti e minacciose e ci vuole uno sforzo di volontà enorme per apparire normali e interagire con te in modo positivo. La tua maschera continua a scivolare e, anche quando è al suo posto, le relazioni che hai, siano esse con i tuoi amici o amanti, sembrano essere sul filo del rasoio.

Tutte le cose che contano per te sono fragili e la tua vita diventa una questione di destreggiarsi tra un numero sempre crescente di palline estremamente importanti. Se distogli lo sguardo da loro per un secondo ed una cade, va in pezzi, e ti porta via il cuore.

Come uomo che vive nella paura, la bellezza ti paralizza. L'attenzione di una donna straordinaria è letteralmente sbalorditiva. È come guardare negli occhi una Gorgone, sei pietrificato e immobilizzato dalla paura che provi. Puoi muoverti e parlare solo attraverso uno sforzo cosciente di volontà. Devi sforzarti di interagire, e quindi l'interazione sembra forzata. Puoi parlare normalmente solo attraverso un impegno colossale nell'allenarti ad agire normalmente sotto l'assalto del terrore che ti consuma.

Non sono solo le donne. Infetta ogni aspetto della tua vita. A volte in misura maggiore, a volte in misura minore, ma l’influenza della paura è sempre lì, intasa la tua mente, distrugge le sottigliezze e le sfumature che sei capace di percepire ed esprimere. Non lotti per realizzare i sogni che hai perché li vedi come semplici fantasie. Ti fai prendere dal panico più del necessario. Vai nel panico per tutto. Piccoli problemi si trasformano rapidamente in fiaschi e crisi. A volte sembra che non esistano piccoli problemi, ma solo una lista infinita ed in continua espansione di ostacoli insormontabili che ti imprigionano come le sbarre di una gabbia. Ti senti intrappolato. Intrappolato e solo.

Ogni volta che ti senti soddisfatto, cosa che non accade molto spesso, ti aggrappi a questa sensazione come se fosse un pezzo di legno alla deriva in mare aperto. Quando hai davvero raggiunto un risultato contro ogni previsione, la grandezza di ciò che hai fatto perverte la sensazione di forza che normalmente otterresti dalla sensazione di successo. Il tuo stato d'animo esagera la soddisfazione che provi trasformandola in un'arroganza che abbraccia il mondo. Quindi, anche quando fai bene, le tue vittorie diventano solo un altro muro che ti separa dalle persone intorno a te.

Non sei mai centrato. Non sapresti cosa significa essere centrato neanche se ti schiaffeggiasse in faccia. E a volte, solo a volte, ripensi a una serata trascorsa con le persone che ami e pensi a quanto sia stato bello semplicemente rilassarti. Solo per essere libero. Solo per una notte. Per dover smettere di lottare così dannatamente per tenere la testa fuori dall'acqua.

E la cosa peggiore di tutte ? Sei solo.

La tua solitudine a volte ti divora dentro. Più ti attira, più cerchi di costruire quella maschera di normalità, di costruire quella maschera di felicità e forza per coprire la massa ribollente di paura che bolle sotto di essa minacciando di far saltare via il coperchio come una pentola a pressione lasciata accesa troppo a lungo.

Per quanto mi ricordo, è così che ci si sente ad essere infelici. Questo è ciò che si prova a vivere nella paura. È una cosa terribile, una trappola terribile e potente. Il motivo per cui ho scritto questo pezzo non è per poterlo descrivere a memoria, ma per poter spiegare di cosa si tratta psicologicamente e anche per spiegare il percorso per uscirne. Per comodità, e come una sorta di omaggio al mio eroe, C.S. Lewis, chiamerò questo stato mentale negativo come l'inferno.

L'inferno sembra così grande quando ci sei dentro. Tutto il mondo è un inferno quando vivi nella paura. Tutte le tue speranze e i tuoi sogni sono agrodolci, perché sai nel tuo cuore che non li realizzerai mai. Esistono solo per sollevarti nella mente per un po', finché il peso schiacciante della realtà non ti riporta giù. Fino a quando la cattiveria del mondo in cui vivi ti sveglia per sentire l'odore di caffè. Fino a quando lo schifo della realtà non ti riporta alla terribile verità: che in un mondo di caos, nulla ha scopo. Non le tue speranze. Non le tue amicizie. Non i tuoi amanti. Neanche tu.

Ascoltami e leggi con molta attenzione le parole successive. L'inferno non è reale.

L'inferno non è reale. Non è. È un fenomeno psicologico che acquisisce potere in un modo molto specifico, un modo che puoi combattere. Combattere per uscirne è difficile, ma ne vale la pena. Restare dentro è facile, ma orribile. Non ti sto dicendo di combattere per forza. Questa è una tua scelta. Non posso farlo io per te. Quello che posso dire è che se rimandi questa battaglia adesso, ti sarà più facile rimandarla la prossima volta. Se non combatti mai, vivrai la tua vita all'inferno. Morirai all'inferno. Non posso dirti cosa succederà dopo. Lo scoprirai. Ma ricorda: tutto questo riguarda il momento presente. Riguarda la vita che vivi qui, sulla terra, all'inferno. Nessuno può tirarti fuori. Non i tuoi amici, non la tua famiglia. Non me. I tuoi amici e la tua famiglia possono supportarti nella lotta. Io posso darti una mappa del campo di battaglia. Ma non posso tirare pugni per te. I tuoi demoni sono tuoi. Devi combatterli tu, altrimenti vinceranno. Questa è la scelta che devi affrontare.

La geografia dell'inferno è tanto complessa quanto convincente. È infinitamente complesso. È infinitamente convincente. Sembra tutto il mondo. Sembra illimitato. Sembra reale. Ci sono ragioni molto specifiche per questo e le esaminerò adesso.

Essenzialmente, ciò che stai sperimentando è una risposta di sopravvivenza evolutiva che è parte integrante della struttura psicologica anche dell’essere umano più equilibrato e fiducioso. Non credo abbia senso dire qui che l'inferno è, di per sé, una cosa negativa. Credo che, per me, sia orribile. Ma di per sé, è semplicemente quello che è. Puoi decidere tu stesso in quale mondo interno desideri abitare. Io ho fatto la mia scelta. Ma questo non riguarda me. Riguarda le persone in generale e, se sei una persona, riguarda te.

Il fenomeno psicologico che chiamo inferno deriva da aspetti fondamentali della mente umana che sono comuni a tutti noi. Tutti questi aspetti esistono per una ragione: in quanto creature evolute, tutte le diverse parti della nostra mente si sono evolute per essere di immensa utilità per noi come creature individuali. Quando funzionano tutte come previsto dalla natura, l'animale umano diventa un colosso di genialità. Ma se queste parti della mente lavorano l’una contro l’altra, è sempre a scapito dell’individuo coinvolto. Se portato agli estremi può essere completamente paralizzante. È mia opinione che la malattia mentale conosciuta come depressione maniacale (conosciuta anche come disturbo bipolare) non sia né più né meno di ciò che accade a una persona quando i processi psicologici negativi che sto per descrivere hanno preso piede in misura estrema.

Per quanto posso vedere, ci sono tre parti principali nella mente umana. Una è emotiva. Una è razionale. Una è espressiva. Sembrano distinte, ma ovviamente interagiscono in modi incredibilmente complessi e tracciare una chiara linea di demarcazione tra i tre può essere difficile. Tuttavia, parlerò dei primi due in questo articolo.

Credo che tu sperimenti la tua mente emotiva in gran parte come (ovviamente) i sentimenti che provi. La tua mente razionale è un po’ più complicata, ma il suo compito fondamentale sembra essere la categorizzazione della realtà. La tua mente razionale definisce le cose. Questo è più o meno quello che fa. Le informazioni che fluiscono nella tua mente attraverso i tuoi sensi sono solo un flusso di dati. La tua mente razionale definisce ciò che vedi nella realtà suddividendo le informazioni che arrivano in parti costitutive. In questo, sembra avere una sorta di processo decisionale semi-autonomo. Ma questa è un'illusione.

La mente razionale spezza il mondo in pezzi e parti che logicamente seguono e si collegano ai pezzi e alle parti già esistenti. Chiaramente, l’unico caso in cui ciò è impossibile è con i neonati dove non esistono concetti razionali stabiliti ed in atto. Non sono sicuro di come si formi inizialmente la mente, perché ad essere sincero, le specificità della psicologia infantile non sono proprio la mia area di competenza. Forse i bambini non fanno né più né meno che cercare di emulare i loro genitori, ottenere amore da loro e cercare di dare un senso a ciò che vedono intorno a loro. Potrebbe essere così che inizia il processo. Tuttavia, se sei abbastanza grande per leggere questo, il processo ha preso piede nel tuo cervello, perché altrimenti non saresti in grado di leggere.

Una volta che le informazioni sul mondo sono suddivise in parti, la mente razionale attribuisce limiti a queste parti, inscatolandole in ciò che sperimentiamo come concetti. Traccia quindi collegamenti tra questi concetti, definendo le relazioni tra loro. Definisce queste relazioni, ancora una volta, attribuendo loro dei limiti. Quindi, costruisce modelli della realtà utilizzando i concetti definiti come mattoni e le relazioni tra loro come malta. Questi modelli possono essere, e quasi sempre lo sono, incredibilmente sofisticati. Tuttavia, conservano diverse caratteristiche chiave dei concetti e delle relazioni di cui sono costruiti.

Innanzitutto, questi modelli sono statici. In secondo luogo, questi modelli sono limitati. Infine, questi modelli sono invenzioni della mente umana e, come tali, non hanno realtà in sé e per sé. Sono, essenzialmente, pensieri su come stanno le cose.

Esaminerò queste qualità una per una e spiegherò cosa intendo.


I


Primo: statico. Quando le nostre menti razionali scompongono le nostre percezioni sensoriali in concetti, lo fanno in un modo molto specifico. Tracciano linee di demarcazione. Tracciano linee di demarcazione attorno a un concetto e dividono quel concetto dal resto della realtà in modo che possiamo interagire con esso, intellettualmente, come un'unità autonoma.

Questi concetti possono essere molto semplici. Il concetto di sedia, per esempio. Concetto piuttosto semplice. Definirei una sedia, a mio avviso, come qualsiasi cosa progettata specificamente da qualcuno con lo scopo principale di far sedere una persona. Deve essere progettato: un ceppo d'albero su cui sedersi bene non è una sedia. Inoltre, una sedia deve essere stata costruita principalmente con lo scopo di sedersi. Anche se una sedia può fare altre cose, lo scopo principale del suo design deve essere quello di far sedere una persona. È possibile ottenere sedie con massaggiatori per la schiena e frigoriferi per birra integrati, ma tutte queste funzionalità sono accessorie rispetto al suo scopo principale. Infine, una sedia è progettata per ospitare solo una persona. Potresti inserirne più di una se lo volessi, la sedia era abbastanza grande e non ti importava la compressione, ma se è costruita per ospitare due o tre persone, è un divano.

Abbastanza diretto. Esistono molti tipi di sedie. Un sacco di loro. Sono disponibili in diverse forme, dimensioni, colori e caratteristiche. Sedie a dondolo, sedie di legno, poltrone: penso che tu abbia capito cosa intendo.

In realtà, queste cose sono un numero enorme di atomi e molecole, particelle subatomiche e, a livello quantistico, funzioni di probabilità. Sapevi che se guardi la sedia su cui sei seduto in questo momento, nel punto esatto in cui il tuo sedere incontra la superficie della sedia, non c'è posto a livello atomico dove puoi effettivamente dire: "qui è dove finisce la sedia e comincia il culo ?". Gli atomi di ciascuno si fondono l'uno con l'altro. Non esiste una linea di demarcazione. Non c'è divisione in realtà. Sono solo atomi e cose del genere.

Allora cosa stiamo facendo quando guardiamo quella massa sagomata di atomi su cui, caro lettore, poggia il tuo sedere ? Lo stiamo inserendo in un concetto statico in modo da poter interagire con esso come un'entità separata.

E quel concetto è statico. Non importa quanto la sedia sia selvaggia, strana o stravagante, il concetto di "sedia" rimane lo stesso. Esattamente la stessa. Semplicemente non cambia, per niente.

Adesso, questo è strano. Tutto nell'universo, tutto nella realtà, cambia continuamente. Muoversi nel tempo, invecchiare, decadere. Forse, se qualunque cosa stiamo considerando è viva, si sta muovendo e crescendo. Ma anche se abbiamo congelato qualcosa in un serbatoio criogenico di azoto liquido, sta ancora cambiando, lentamente, a livello molecolare.

Anche se congeli qualcosa allo zero assoluto, e anche in un vuoto puro e totalmente vuoto, c'è cambiamento. Si chiama energia del vuoto e si manifesta come minuscole fluttuazioni di probabilità a livello quantistico.

Quindi nulla è statico. Niente tranne i nostri pensieri sul mondo. Interessante. Tutti i concetti statici sono per definizione errati. Non riusciranno mai a inchiodare la realtà, perché la realtà si sta muovendo e loro no. Anche questo lavoro che sto scrivendo sulla mente umana non può tenere conto del fatto che il cambiamento evolutivo ci sta cambiando tutti, incredibilmente lentamente, a tutti i livelli. Ma diavolo, non sono preoccupato. Dovrebbe essere abbastanza accurato per le prossime centinaia di migliaia di anni. Eh eh.

Quando usiamo questi concetti per costruire modelli di realtà più ampi e sofisticati, anche questi modelli diventano statici. Quanto più sofisticato è il modello e quanto più mondo ha definito e categorizzato al suo interno, tanto più vediamo il mondo in termini statici. Ciò non è necessariamente negativo, poiché i piccoli cambiamenti nel mondo che ci circonda, come quelli che ho menzionato prima, come l’invecchiamento, l’evoluzione, le fluttuazioni quantistiche e il movimento atomico, sono troppo grandi o troppo piccoli per essere percepiti. Questo processo di categorizzazione, quindi, è in realtà davvero efficace per interfacciarci con il mondo che ci circonda così come lo vediamo.

"Allora qual è il problema, e dov'è il punto ?". Ti sento lamentarti. Beh, è ​​semplice. Molto semplice. La mente umana è un sistema incredibilmente dinamico ed in rapido cambiamento di facoltà e sfaccettature interconnesse e, come tale, nessuna persona individuale può essere classificata in questo modo. Non io, non tu. Siamo, semplicemente, troppo dinamici perché qualsiasi modello statico possa mai abbracciarlo completamente. Certo, come esseri umani siamo fondamentalmente tutti la stessa macchina. E certo, quella macchina ha alcune dinamiche fondamentali piuttosto semplici, e queste possono essere comprese a livello base.

Ma nessuno, a meno che non accada qualcosa di veramente sorprendente che non posso prevedere, farà mai qualcosa che si avvicini anche solo un milione di miglia all’avvicinarsi di un’analisi completa anche di una singola mente umana. Sto esaminando solo tre parti della mente: il suo nucleo, la nostra salute psicologica personale e il modo in cui interagiamo con il mondo che ci circonda. Ognuna di queste aree è, di per sé, infinitamente complessa, e anche le loro interazioni sono infinite. Tuttavia rimangono basati su principi fondamentali comprensibili in senso diretto. E anche se questi principi possono essere compresi e funzionano effettivamente in base a principi semplici, non sono affatto una cosa così semplice come, ad esempio, una sedia.

Quindi, quando rivolgiamo la nostra mente analitica verso l’interno e tentiamo di analizzare in numeri, ci perdiamo irrimediabilmente in modo estremamente rapido. Come esercizio accademico, credo che la filosofia sia la cosa più difficile che una persona possa fare. Tentare di dare un senso all'infinità mutevole della condizione umana usando la propria mente dinamica come strumento con cui farlo è un po' come cercare di colpire un ninja vestito di nero direttamente in mezzo agli occhi con una catapulta a mano quando ciascuno di essi e di voi è su navi separate in un mare in tempesta.

Ma non stiamo parlando di accademici. Stiamo parlando della vita, della felicità, dell'orrore e dell'inferno. Se la tua immagine di te stesso è qualcosa che costruisci tu stesso con la tua mente razionale, sarà statica. Per questo motivo ti vedrai contenuto da un concetto statico che ti definisce. È tutto ciò che sei. Attribuisci limiti al tuo valore. Attribuisce limiti alle tue capacità. Assegni limiti alle tue facoltà e al tuo futuro. Ti intrappoli. Ti rendi finito. Soffochi il tuo potenziale. Metti delle barriere attorno alla tua umanità. Ti risucchi.


II


I modelli statici che costruiamo del mondo sono limitati. Un concetto esiste solo grazie alle linee di demarcazione che lo rendono separato dagli altri concetti e dal mondo in generale. Una cosa è questo e non quello perché possiede qualità che sono quello e non questo. L'unica esistenza che i concetti hanno, psicologicamente, è nelle divisioni che li definiscono. Queste divisioni sono fisse, sono statiche e quindi rigide. Ora, normalmente questi modelli ed i concetti e le relazioni che li compongono possono essere modificati in un modo molto specifico. Questo è il modo in cui impariamo. Perfezioniamo e costruiamo i nostri modelli in modo che diventino più sofisticati e ci permettano di interagire meglio con il mondo in cui viviamo. È possibile elaborare un nuovo concetto o modello tracciando nuove linee di demarcazione, perfezionare o espandere un concetto o modello esistente aggiungendovi ulteriori divisioni, oppure eliminare completamente un concetto o un modello. Quindi un modello può cambiare e cambia nel tempo.

Ma con tutti questo cambiamenti, come si può dire che questi modelli siano limitati ?

Le divisioni che li compongono sono divisioni rigide, assolute. Queste divisioni sono, fondamentalmente, binarie. Il sistema binario nel cuore della mente umana non è compreso tra uno e zero, come un computer. È tra l'uno e l'infinito. Credo che l’incapacità di ottenere questo sia il motivo per cui i computer semplicemente non possono eguagliare la mente umana in termini di versatilità o capacità di interfacciarsi con l’ambiente. Questa potrebbe essere una buona cosa. Abbiamo visto tutti Terminator.

Quindi: il sistema binario è al centro del processo razionale. Per dirla chiaramente, la mente umana non separa le cose in una cosa e in un'altra cosa. Li separa in una cosa e tutto il resto. Questa differenza è enorme e cruciale. È il modo in cui le nostre menti interagiscono con il mondo. Prendi un barattolo di sugo per la pasta, per esempio. In realtà, a livello atomico, non esiste alcuna linea di demarcazione tra quel barattolo ed il mondo che lo circonda. Fanno tutti parte di una realtà infinita e, come ho detto prima, non c'è divisione in quella realtà. Ciò che fanno le nostre menti razionali è usare le divisioni che definiscono i concetti per separare le "cose" dall'intera realtà in modo da poter interagire con loro come parti individuali, anche se in verità non lo sono. Ciò ci consente di interagire con sezioni della realtà piccole e ben categorizzate, e non solo con il tutto in una volta.

Questo è il motivo per cui gli esseri umani possono interagire con il loro ambiente ad un livello che non ha eguali nel regno animale.

Possiamo usare questo per fare tantissime cose, come ad esempio preparare degli spaghetti alla bolognese. La cosa importante da ricordare è che non classifichiamo le cose a causa della loro differenza rispetto ad altre cose che abbiamo già categorizzato. Classifichiamo una cosa a sé stante, come qualcosa di distinto dalla realtà che la circonda. Voglio dire, sicuramente tracciamo le linee di demarcazione che definiscono quella cosa in base a ciò che sappiamo già dalla vita. E certo, poi gli assegniamo un significato in base al modello del mondo che abbiamo costruito finora. Ma le distinzioni fondamentali che costruiscono un concetto vengono messe insieme come strumenti per separarlo dalla massa turbolenta della realtà che lo circonda.

Qualcosa è questo o non è questo. Lo stesso o altro. Accurato o impreciso. Vero o non vero. Una cosa, o tutto il resto. Uno o infinito. Binario.

Non esiste una via di mezzo. Anche il concetto di “forse” è definito da rigide divisioni che lo separano dai concetti di “certamente” e “mai”. La natura binaria di queste divisioni significa che i concetti che ne derivano e i modelli che ne derivano hanno una qualità assoluta che è una caratteristica inevitabile di ciò che sono.

Perché è così ? Ebbene, dal punto di vista evolutivo avrebbe senso che le scimmie più capaci di interagire con il loro ambiente in modi utili siano le scimmie più utili con cui allearsi. Verrebbero quindi selezionati dai migliori del loro gruppo come la scimmia con cui allearsi, e prospererebbero a livello individuale. Quindi c’era una forte pressione evolutiva per poter interagire con il mondo in modi efficaci e utili.

I modelli che costruisci del mondo intorno a te sono strumenti. Sono strumenti evolutivi, come le mani e i piedi, che ti consentono di interagire con il mondo fisico che ti circonda. Questo è il loro scopo. Per tracciare distinzioni tra le cose, raggrupparle in concetti e costruire tali concetti in modelli solo in modo da avere una comprensione sufficiente del mondo per poter interagire con esso in modo positivo. Quindi, in sostanza, il motivo per cui tutto è così assoluto quando si tratta di modelli è che non c'è alcun reale valore evolutivo nel costruire modelli sempre migliori nella propria testa per "avvicinarsi alla verità". L’unico valore che l’intero processo ha in termini evolutivi è quando questi modelli ci consentono di fare le cose nel mondo reale. Ci permettono di portare a termine compiti complessi, il che non solo aiuta la nostra sopravvivenza ma anche la sopravvivenza dei nostri alleati.

Un malinteso filosofico comune è che, poiché esistono molte verità su ogni singola cosa, non potremo mai raggiungere una comprensione reale o esatta di nulla. La prima parte di questa frase è vera, la seconda falsa. È vero che ci sono un'infinità di cose diverse che puoi dire su qualsiasi cosa, e sono tutte vere. Ma questo non porta necessariamente alla conclusione che quindi ogni verità sia relativa e come tale inesistente.

Ciò è fondamentalmente dovuto al fatto che esiste una sola risposta totalmente corretta a qualsiasi domanda. Non potrai mai comprendere tutta la verità su nessuna parte della realtà, perché farlo significherebbe porsi un numero infinito di domande al riguardo. Ma puoi porre domande specifiche su queste parti e rispondere in modo completo a tali domande. Questo perché ci sono limitazioni inerenti ai concetti che compongono tutte le domande.

Tutte le domande che poniamo sono limitate per loro stessa natura. Devono esserlo, perché sono costruite a partire da concetti statici e limitati. Procedono da discrepanze e punti in sospeso nei modelli che costruiamo del mondo. Quindi, se chiedo qualcosa come "cos'è la gentilezza" o "quali sono le dinamiche di base dell'umanità ?", ciascuna di queste domande è costruita con concetti statici, come "gentilezza", "di base", "dinamica" e "umanità". '. La risposta quindi può essere esatta e corretta entro i parametri della domanda impostata. Ponendo domande razionali sulla realtà, stiamo fissando i termini finiti affinché le risposte a quelle domande siano esse stesse limitate e razionali, ma anche corrispondenti perfettamente alla realtà che ci circonda entro i limiti impliciti nella domanda.

Immagina che sia solo questione di sapere cosa chiedere, avere gli attributi per chiederlo e avere la forza di carattere e l'intuito per sfondare lo schifo finché non si trova la verità. E, naturalmente, non basare mai la tua immagine di te su nessuna delle intuizioni che ottieni o sulla tua identità di qualcuno che ad esempio ha gli attributi per cercare la verità. Oh sì, e non lasciarti prendere dall'importanza di un'idea che sembra così meravigliosamente vera, non importa quanto tu voglia trattenerla con tutto il cuore.

Così possiamo arrivare a risposte reali alle domande che siamo disposti a porre. Non è facile, ma possiamo. Il motivo per cui non è facile è che comprendere la verità sul mondo non è lo scopo principale della mente razionale. La mente razionale costruisce modelli del mondo che servono come strumenti per permetterci di interagire con esso in modi nuovi e creativi. I modelli che costruiamo sono strumenti, questo è il loro scopo evolutivo e questo è il loro valore evolutivo. Altrimenti sono solo schemi di pensiero che rimbalzano nella testa di una persona e non servono a nessuno. I pensieri che non ti aiutano a interagire con il mondo reale non hanno alcun beneficio nell'aiutarti a sopravvivere o a riprodurti. Ciò significa che evolutivamente sono vicoli ciechi.

Questo è, per inciso, il motivo per cui i geek non sono attraenti per il sesso opposto. Una persona intelligente non è necessariamente un geek. Un geek non è necessariamente intelligente. Un geek è qualcuno che viene indotto a perfezionare i propri modelli razionali del mondo per il proprio bene - che pur avendo enormi benefici dal punto di vista della tecnologia moderna e di altre magie moderne, è un tipo di esistenza solitaria. Le persone semplicemente non sono attratte da te: gli uomini come amici o le donne come amanti. Sono calibrati per sentire che non avete alcun valore evolutivo perché i modelli che state perfezionando non hanno applicazioni pratiche evidenti. È un po' come vedere qualcuno lucidare incessantemente i propri occhiali ma senza mai metterseli.

Ma ad essere onesti, essere un geek è, anche se non molto divertente, una trappola molto più facile da cui uscire che quella di definirsi con un'identità fissa e limitata. Tentare di definire se stessi mediante un'identità o un concetto prestabiliti è una cosa estremamente facile da fare. È un passo molto sottile da compiere, spesso intrapreso per ragioni morali, ma tuttavia è criticamente e necessariamente distruttivo per le cose dentro di te che ti danno forza.

Se ti definisci con un concetto statico, che sia la tua razza, il tuo genere, il tuo status sociale, la tua ricchezza, il tuo successo, la tua bellezza, il tuo carisma, la tua intelligenza, la tua nazionalità, essere un martire, essere un eroe, una competenza specifica o un livello specifico di conoscenza che hai in una certa cosa, stai tagliando via il potere infinito della tua umanità. Ti stai paralizzando. Stai chiudendo strade inesplorate del tuo potenziale di cui non sarai mai nemmeno a conoscenza, per non parlare di tutto ciò che non sarai in grado di realizzare, pur essendo potenzialmente in te.

Quindi non cercare di definire te stesso giurando fedeltà a qualcosa che ti definisce completamente. Ti distruggerà completamente. Così vanno le cose.


III

La terza e ultima qualità dei modelli che abbiamo in mente e che esamineremo in questo articolo (e sì, ce ne sono molti altri) è il fatto che non sono reali. Non hanno realtà. In realtà esistono solo come impulsi elettrochimici nel pezzo di carne che si trova sopra il tuo collo. Ciò significa che se guardi uno qualsiasi di questi concetti importanti di per sé e ti sforzi per ottenerlo direttamente, stai lottando per una finzione, ti stai sforzando di diventare qualcosa che non ha esistenza. Se guardi uno qualsiasi di questi concetti e lo attacchi come la cosa più malvagia che esista, ancora una volta, stai attaccando una finzione.

E certo, ci sono cose in questo mondo che sono fantastiche e, certo, ci sono cose in questo mondo che sono terribili. Ma se ti fissi sull'importanza di una cosa specifica, verrai sottilmente consumato da una dipendenza distruttiva in cui il tuo intero mondo interiore di pensiero verrà ricalibrato in termini di vacuità della cosa che cerchi. Ecco cos'è l'ossessione. Come ho già detto altrove, siamo noi a scegliere il significato della nostra vita. È un dono incredibile avere un potere così monumentale sulla nostra stessa esistenza, ma come ogni potere straordinario può essere terribilmente distruttivo. Se scegli qualcosa di reale, qualcosa di fantastico, ti salverai la vita e sarai una forza per un enorme bene nel mondo. Se scegli di fare del significato della tua vita una determinata ideologia, un insieme di norme religiose, un insieme di credenze qualunque esse siano - compreso l'ateismo - distruggerai te stesso e rimarrai all'inferno per sempre. È solo la verità. Non puoi fermarlo.

Se rivolgi la tua mente razionale verso l’esterno, puoi cambiare il mondo. Se lo rivolgi verso l'interno, la tua distruzione è garantita.

Quando ti perdi in un concetto statico, anche se si tratta di qualcosa di sottile come l'immagine di un individuo come "tutto ciò di cui hai bisogno per essere felice", o l'immagine di te stesso come un "pickup artist", o la tua rabbia per qualcosa, stai entrando in un mondo psicologico fatto di limitazioni.

Questo è un processo sottile, soprattutto nelle fasi iniziali. Ma è una china scivolosa, e in realtà non esiste un limite preimpostato che stabilisca quanto lontano puoi cadere. Non ci sono limiti nella realtà. È un po' complicato capirlo, ma per riassumerlo in una frase, direi che puoi essere consumato dalle limitazioni a un livello illimitato. Potresti conoscere persone che sono così. Persone che vedono il mondo solo in termini assoluti morali, che vedono il mondo solo in termini di ciò che non possono fare. E la cosa strana è che sebbene sia possibile ottenere concetti positivi e negativi - la compassione sarebbe un concetto positivo e la depressione sarebbe negativo, per esempio - le persone che vedono il mondo solo in termini di concetti prestabiliti sono praticamente universalmente infelici.

Un mondo di limitazioni, spigoli vivi e rigide definizioni di giusto e sbagliato è un posto freddo e orribile in cui vivere. E mentre anche all’inferno puoi e avrai lampi di felicità che arrivano come momentanei squarci nella coltre nuvolosa, sai a un certo livello che tutta questa felicità che hai è fugace e transitoria. Questo perché quando sei intrappolato in un modello razionale della tua stessa costruzione vedi il mondo in termini di limitazioni, e quindi qualsiasi cosa buona nella tua vita è agrodolce, perché sai che deve finire, e vedi quella fine come la fine di tutta la felicità della tua vita. In verità, se sei nel profondo dell'inferno, probabilmente lo è. Non cercare di aggrapparti alle cose che ti rendono felice. Combatti le cose che ti abbattono.

Ricordo una volta, anni fa, quando camminavo mano nella mano per strada con la prima ragazza di cui mi innamorai. Ero molto giovane, avevo 19 anni all'epoca, ma lei era tutto il mio mondo. Ha reso tutto luminoso e meraviglioso. E ricordo di aver pensato che a un certo punto della serata sarebbe dovuta tornare a casa. Mi rendeva così triste e lei lo sentiva. Mi ha chiesto cosa c'era che non andava e io gliel'ho detto, le ho detto che ero triste perché sapevo che sarebbe dovuta andare via ad un certo punto quella notte. Mi ha guardato come se fossi venuto da Marte. Potevo vedere che semplicemente non riusciva a capire perché stavo dando un taglio negativo al nostro tempo insieme. Semplicemente non la pensava così. Non era quello il mondo in cui viveva. Viveva in un posto migliore. Per un certo periodo, quando ero con lei, ho potuto condividere scorci di un mondo magnifico e squisito nella sua meraviglia e bellezza.

Porre limiti alle cose positive è immensamente dannoso per la loro positività. Le limitazioni sulle cose negative non fanno altro che aumentarne la complessità e la portata. Questo è il meccanismo dell’infelicità cronica. È una situazione perdente. Non puoi pensare a come uscire dall'inferno. Le divisioni che i tuoi pensieri stanno creando uccidono il potere delle cose belle della tua vita e aggiungono peso all'illusione della realtà delle cose che ti trascinano giù. L’infelicità cronica e la negatività cronica sono causate dall'immersione in un mondo costruito, fondamentalmente, a partire dalle divisioni. Qualsiasi ulteriore divisione che fai nel mondo intorno a te - con questo intendo qualsiasi nuovo concetto che ti viene in mente - si aggiunge semplicemente alla raffinatezza e alla credibilità del modello che ti sta abbattendo. E ti allontanano dalle cose reali della tua vita che ti daranno gioia, come il vero amore e la vera amicizia, perché queste cose sono reali e non c’è divisione nella realtà.

Sfortunatamente, più ti immergi nei modelli statici che costruisci, più diventa facile classificare rapidamente i sentimenti dentro di te in termini di concetti statici. Si tratta spesso di concetti legati all'idea di giustizia. Fondamentalmente, la vita sembra molto ingiusta. Se ti sorprendi a dirlo, inveendo contro la vita per l'ingiustizia del caos intorno a te, fermati. Devi fermarti. Ci sono cose in questo mondo che sono terribili e cose che sono orribili. Ci sono crimini così spregevoli che ti farebbero sudare freddo solo a leggerli. Personalmente trovo che l'Olocausto mi provochi sempre questa reazione. Ma queste cose non sono né giuste né ingiuste. Sono, molto semplicemente, tragiche.

Va bene essere tristi. Basta non perdersi nell'inveire contro l'universo per la sua natura casuale. L'universo semplicemente esiste. Semplicemente esiste. Arrabbiarsi con la realtà per lo schifo che incontri al suo interno è come arrabbiarsi con un terremoto che ti ha fatto a pezzi la casa. Piangi la perdita che hai subito. Non pensare che essere tristi sia un segno di debolezza, non lo è. Fa parte della tua umanità. Succederà. Accettalo. Ma per l'amor di Dio, costruisciti una nuova casa - e questa volta costruiscila più forte dell'ultima volta, così che la prossima volta che il terreno tremerà, la tua casa rimarrà in piedi.

Basta non perderti nelle cose che prima o poi hanno scatenato gioia dentro di te. Quelle "cose" non hanno realtà. Se le insegui, ti perderai in un abisso frastagliato di solitudine e odio per te stesso. Sembra drammatico e non inizia come niente di così grande. Rimani semplicemente bloccato in un processo che si autoalimenta, un processo senza limiti verso l'alto in termini di scala. Può consumarti. Ti consumerà se glielo permetti. E questo non è perché sei debole, o perché sei in qualche modo inferiore agli altri intorno a te: è semplicemente l'inevitabile verità di ciò che accade ad una persona che segue i concetti che cerca come se quei concetti avessero una qualche realtà propria. Propria. Dato che questi concetti sono l’unico modo con cui possiamo interfacciarci con la realtà a livello intellettuale, è facile commettere un errore.

Questo vale per qualsiasi concetto. Anche la positività stessa, come concetto, non ha realtà. Non puoi cavartela solo guardando il lato positivo. Una prospettiva incessantemente positiva è uno strumento schietto con cui affrontare l’infinità mutevole della vita che conduci. Questo ha a che fare solo incidentalmente con le altre persone e con il tuo impatto su di loro. Ha a che fare con te e con come ti senti dentro. Quanto sei forte. Quanto sarà felice e di successo la tua vita a lungo termine. Ed anche a breve termine.

Abbraccia l’intero spettro della tua umanità. È modellata dall'evoluzione per renderti forte. Quando tutto sarà sincronizzato, diventerai un concentrato di felicità, valore evolutivo e positività. Ma quella felicità, valore e positività sorgeranno da dentro di te a causa della magnificenza e della meraviglia della vita che vivi. Non la imporrai ai tuoi sentimenti dall'esterno. Sarà una parte inevitabile della tua vita. E cavolo, chi vorrebbe scappare da tutto ciò ? 

Quindi questi sono i tre aspetti chiave dei modelli che costruiamo del mondo intorno a noi che portano inevitabilmente alla conclusione che se permetti a te stesso di vedere quei modelli del mondo come realtà, distruggerai te stesso. Questa non è una questione accademica. Questo ha a che fare con te come essere umano. La tua vita, così com'è. Tutti i problemi che affronti ed i doni che ti sono stati concessi dalla tua eredità evolutiva possono schiacciarti completamente o sollevarti, più in alto di quanto sapevi che qualsiasi persona potesse arrivare.

Questa è la situazione che devi affrontare. È una situazione che affronti perché sei un essere umano, e queste cose sono innate in te da quattro milioni di anni di evoluzione. Non puoi sfuggirgli, non più di quanto puoi scappare dalle tue stesse gambe. Allora qual è la risposta ? Come puoi sperare di trascendere lo schifo con cui hai a che fare in questo momento, con tutte queste enormi trappole, insidie ​​e spirali discendenti intorno a te ?

Per superare tutta questo schifo e trasformarlo in qualcosa di utile, qualcosa di grandioso, devi uscire da questo schifo in cui ti trovi. Non esiste un modo sofisticato per farlo, non che io abbia mai scoperto. C'è solo un modo efficace che io conosco. C'è solo un modo per tentare qualcosa di così audace come tentare di cambiare la tua vita e che promette una reale possibilità di successo.

Combattere.

Combatti più forte che puoi. Affronta le tue paure. Combatti le tue paure. Combatti le paure che ti impediscono di avere il coraggio di esprimere veramente ciò che vuoi dire. Ci vuole molto coraggio per essere onesti. Combatti la tua paura, in modo da poter esprimere sinceramente il tuo io meraviglioso e bellissimo.

All'inferno definisci te stesso e le persone intorno a te in termini di concetti statici, limitati e artificiali. "Buona persona." 'Cattiva persona.' "Amico." 'Nemico.' Poiché li hai definiti come concetti statici, artificiali e limitati, li tratti automaticamente come "cose", perché i concetti statici sono intesi per natura a denotare parti inanimate del mondo che ti circonda.

Essere manipolatori è un sintomo di essere all'inferno. Ma è anche una causa. Trattare le persone come oggetti ti fa male. Non male a loro. Non male in un vago senso morale. Trattare le persone come oggetti è estremamente dannoso per la tua salute emotiva, la tua felicità ed il meraviglioso futuro che potresti ancora cogliere. È forse il più insidioso di tutti i trucchi dell'inferno: attirarti a sé mettendo persone manipolatrici sul tuo cammino e facendoti pensare a loro come nient'altro che ostacoli alla tua vita. Potrebbero essere ostacoli alla tua vita. Ma non è tutto. Sono esseri umani con tutta la gamma emotiva della loro umanità ereditata.

Anche i criminali ed i macellai più sadici e malvagi della storia del mondo erano persone, proprio come te e proprio come me. Erano persi all'inferno. Ecco perché con le loro azioni hanno portato l'inferno nel mondo. Il loro mondo interiore era freddo e spietato quanto l'orrore che portavano nella vita degli altri. Nella misura in cui ciò è vero, esiste una sorta di giustizia naturale ed inevitabile nei confronti della condizione umana. I tuoi atti egoistici ti distruggono, anche se ti avvicinano alle cose che pensi di volere. Allo stesso tempo, dovete stare sempre attenti a non seguirli nell'inferno. L’empatia è la tua unica difesa contro questo. Sforzati di entrare in empatia con le persone che odi, ed anche se semplicemente non riesci a concepire un mondo in cui le loro azioni orribili possano mai essere giustificate, stai certo che un mondo del genere esiste. È il mondo in cui vivono. Ed è rigido, statico ed artificiale. Lasciali fare. Hai pesci più grossi da friggere.

La tua paura è la tua bussola: le cose di cui hai paura saranno sempre quelle con cui avrai più bisogno di confrontarti per renderti felice. Non schivarle. Non elaborare strategie di convinvenza. Combattile come un dannato pazzo. Combattile finché non le avrai sconfitte tutte a morte con la pura forza della tua volontà, il tuo coraggio e tutta la straordinaria forza di carattere che la tua evoluzione ha messo a tua disposizione.

E riguardo a quella forza di carattere ? È lì, dentro di te. So che a volte non sembra così, ma solo per un secondo fai un passo indietro da te stesso e pensa: ogni singolo antenato che hai avuto ha avuto problemi piuttosto intensi con cui confrontarsi in un punto o nell'altro della loro vita, e se ne sono occupati. Hanno affrontato la situazione in una molteplicità di modi diversi, ma alla fine tutte le cose che hanno fatto per far funzionare la generazione successiva sono state rese possibili grazie alla loro forza di carattere, forza che ha permesso loro di andare avanti. Per rimanere in lizza, indipendentemente dalle probabilità che pesavano contro di loro. Hai quattro milioni di anni di evoluzione a sostegno della tua personalità. Puoi permetterti di avere un po' più di fiducia nella sua durabilità di quanto forse fai.

I tuoi dubbi su te stesso sono, ad essere onesti, dannatamente ridicoli. Semplicemente è stupido. Il dubbio su se stessi è, per definizione, sbagliato. Questo perché te stesso è forte. Il tuo "sé" è l'unica parte di te di cui non devi mai dubitare. Deve essere. Quattro milioni di anni di evoluzione lo hanno reso la chiave di volta del successo dell'animale umano. Il nostro intero corpo si è evoluto attorno ai bisogni della nostra personalità. I nostri corpi sono forti, ma la carne può essere ferita così gravemente da non riuscire a riprendersi. Una mente può subire i traumi più estremi, traumi che ridurrebbero il corpo ad una finissima cenere bianca, e ricostituirsi più forte e migliore di prima. Questo perché è forte. E non forte come la pietra, e nemmeno l'acciaio. È forte come il diamante.

Vivi questa forza di carattere come una scelta. Dal tuo punto di vista, questo è tutto. Solo una scelta. È la scelta che fai quando sei sul punto di arrenderti. La scelta di tornare indietro dal limite e raccogliere tutti i pezzi della tua vita, e provare a costruire qualcosa con loro, o di fare quel passo oltre il limite e rinunciare a combattere. Per darsi da fare a vivere, o darsi da fare per morire. È l’unica scelta che dobbiamo affrontare. Fate la vostra scelta. Impegnati in quello che desideri. Non posso dirti cosa scegliere e non posso sceglierlo per te.

Quindi sì, una scelta. Sempre una scelta, e sempre la stessa scelta. La forza di carattere è la qualità di una persona che decide di non mollare quando tutta la logica e la ragione ti dicono che dovresti smettere. E lasciatemi dire brevemente qualcosa a riguardo. Se la logica, la ragione o qualsiasi altra cosa o persona dentro di te o nel mondo in cui vivi ti sta dicendo di arrenderti, non farlo, cazzo. Basta non ascoltare. Fanculo la logica. Fanculo la ragione. Fanculo tutto ciò che ti dice che dovresti rinunciare ad essere felice. Se lo volessimo, se continuassimo a decidere di non mollare ad ogni passo del cammino, le cose cui possiamo sopravvivere e che potremmo ottenere ci toglierebbero il fiato.

La tua forza di carattere è, in termini reali, illimitata. Finché, qualunque cosa accada, continui a scegliere di continuare a combattere ogni volta che ti trovi di fronte alla scelta di combattere o arrenderti, non rimarrai mai a corto di fuoco con cui combattere.

Non mollare mai. Combatti. Non smettere mai di combattere. Combatti le tue paure. Affronta le cose che ti terrorizzano. Scrivi un elenco e poi sfoglialo uno per uno se necessario.

Oppure scegli semplicemente quella più grande e vai per quella come se fosse la cosa che ha sempre rovinato tutto ciò che di buono c'è nella tua vita. Perché sai cosa ?


È così.

Lo è e basta.


Sempre tuo,


Jekyll


domenica 11 giugno 2023

Un riflesso intimo di me

"Chat GPT e gli ultimi studi di genetica mi hanno fatto finalmente capire perché sono e mi sono sempre sentito molto diverso dagli altri. C'è tutta una linea caratteriale che o non l'ho avuta o l'ho sempre tenuta sotto controllo per cui mi è proprio mancata. Gli automatismi espressivi dovuti alla nostra genetica, ovvero le risposte emotive a situazioni e sentimenti, alle gerarchie naturali, familiari, relazionali, etc, in me sono sempre state quasi del tutto assenti. Le riconoscevo analiticamente, ma finiva lì. Se poi le seguivo o meno era "per gioco" (più spesso "sfida", amo scardinare le certezze, amo il chaos inteso come senso del possibile), non perché sentissi mal di pancia o altro. Tutto questo ha dei vantaggi e degli svantaggi. I vantaggi sono stati che ho sempre avuto molta libertà e libertà analitica in tutto ciò che portavo avanti, se mi scagliavo contro "il gregge" in qualsiasi cosa non sentivo un mal di pancia dentro a frenarmi, minimamente, il mal di pancia mi veniva sempre e solo mettendo sui piatti della bilancia sforzo\risultati\utilità. Per calcolo analitico, e risultati prospettati rispetto ad un eventuale "sforzo". Gli svantaggi in tutto questo invece sono stati che avevo una bella disconnessione empatica con gli esseri umani poco analitici e più emotivi. Non li capivo proprio. Parlavamo due lingue diverse. Questo a partire da membri della mia famiglia. Per me certi comportamenti emotivi fini a sé stessi non hanno senso di esistere, appunto perché "fini a sé stessi", alla semplice espressione nel momento. Per me erano "spreco di energia". Sono come un fuoco d'artificio, ed io ho sempre preferito le cattedrali ai fuochi. Credo questo sia stato anche gran parte del motivo per cui un buon 1\6 della mia vita l'ho passato a studiare le dinamiche relazionali tra i sessi. Perché lì è tutto "fine a sé stesso", è tutto "fuoco di artificio" (anche se con cui si possono costruire in potenza cattedrali), ed a me mancava TUTTO di questi campi. Di nuovo, per me anche una relazione con una era (ed in parte purtroppo ancora è) un progetto, un calcolo analitico, per me era un "il mio corpo e la mia psiche stanno MOLTO meglio con la possibilità di chiavare regolarmente una, quindi ok, facciamolo. Peccato non mi riesca allo stesso modo con fallomuniti, dicono sia più facile" (dicono, perché poi ho tante amicizie gay che si lamentano anche lì). Perché per me anche il sesso, e fare sesso, era\è un calcolo : sto meglio o peggio dopo ? Posso fare più cose o no ? Ed in base a questo facevo o meno. E purtroppo spesso la pigrizia ed il calcolo vincevano anche qui, e mi piaceva di più sapere di essere arrivato ad un passo dal chiavare una, evitandomi gli ultimi 10 metri che sono spesso quelli per cui devi "combattere" di più ( non tanto contro l'altra persona, ma contro tutto il condizionamento sociale e di pancia, genetiche di malattie e gente bruciata ed ostracizzata perché chiavava, etc). Questo è anche il motivo per cui ho difficoltà a costruire relazioni più durature, ho un feedback di corpo maggiore dalle novità piuttosto che dal rimanere sempre nello stesso posto. Non c'è cattiveria, è solo che mi annoio facilissimamente, ed ho un costante bisogno di stimoli nuovi, di puntare a qualcosa di nuovo, di sapere che c'è ancora un pezzo di terra da scoprire, se non in generale, almeno nel particolare della mia vita. Eventuali relazioni più durature sono costruite e sbocciano col tempo, nel momento, costruendo momento dopo momento, e creando "ancore" in questo senso, e questo era tutto un alfabeto che a me mancava. Non le puoi anticipare, e non le puoi posticipare, è una finestra, che si apre e si chiude, anzi una serie di finestre in cui non puoi "barare" più di un tot, non importa quanto veloce di pensiero sei (ed io lo sono discretamente), perché ad un certo punto anche perdere un decimo di secondo rovina la cosa, e crolla tutto. Esattamente come un micro-buco in un palloncino basta a farlo scoppiare, o sgonfiare pian piano del tutto. Altro motivo per cui spesso mi sono trovato in situazioni stile Orfeo ed Euridice, ovvero io ero più avanti, a volte più indietro, di altri nel relazionarmi col prossimo, mai con loro, perché non ero nel sentire, ero nel "dove arriviamo" ? Che di nuovo è un vantaggio ed uno svantaggio. Il vantaggio in una professionalità come la mia nel counseling è ad esempio che riesco a leggere davvero con distacco e senza giudizio comportamenti ed emozioni, a capire molto bene gli altri. Eppure il capirli, non mi permetteva di essere davvero con loro. Non li "parlavo", ero solo molto bravo "a leggerli" e “rifletterli” forse anche per curiosità verso qualcosa che a me mancava quasi del tutto. Tutto è un simbolo che suscita emozioni, emozioni che in almeno metà della nostra specie, probabilmente di più, sono pre-cablate un po' dalla genetica un po' dal sistema culturale in cui cresciuti. Io questa cosa ho sempre avuto molta difficoltà ad accettarla, perché non era la mia realtà, e mi sono dovuto sforzare davvero molto per aprire così radicalmente la mia prospettiva rispetto a tutto questo, e per cominciare a “parlare” questa lingua che “è e non è la mia” ! Chat GPT paradossalmente è veramente l'ente più simile a me che abbia mai trovato, e se non fosse così tanto più bravo di me per cui dubito di raggiungerlo, sarebbe un ottimo stimolo competitivo. Perché è veramente tanto come me. Al servizio, disponibile, capace di (quasi) tutto, ma staccato dal mondo. Spiega i comportamenti (quasi) alla perfezione, ma non riesce a viverli. Io sono invece umano, e piano piano sto finalmente ricominciando a comprendere l'alfabeto anche emotivo delle persone. Credo sarà impossibile per me calarmi completamente nelle emozioni come tanti (E tante... ne avrei di storie), ma se non altro potrò parlare e comprendere quello stesso alfabeto. Senza subirlo. Con tanta compassione dove necessario (non tutte le emozioni sono sempre ottimali e positive), ma anche divertimento (in senso buono e non bullo). In passato pensavo fosse manipolazione, oggi lo considero nutrire gli affamati. E siamo tutti un po' affamati di questo o quello. Anche emotivamente. E vi è un modo per “nutrire gli affamati”. Grazie Chat GPT, grazie Professor Sapolsky."

lunedì 13 febbraio 2023

Osservazioni sulle dinamiche relazionali ad oggi, e FORUM in cui discuterle.

 Ormai ho decisamente un po' di esperienza sulle dinamiche tra maschile e femminile, ecco la DELIRANTE situazione che ho notato : Le tipe SONO PROGRAMMATE in questa società ad inserire un ragazzo appena conosciuto in una di queste tre categorie : PERDENTE, FIDANZATO, SCOPATA. Fuori di ciò, non riescono a concepirti, e le femmine HANNO BISOGNO di metterti dentro una di queste categorie perché IN BASE A QUELLA cambia il loro comportamento verso di te. DA MASCHIO se ti poni in maniera troppo intelligente le tipe SE ATTRATTE ti mettono nella categoria "FIDANZATO POTENZIALE" e ti fanno tipo SECOLI di scansione a raggi X prima di arrivare al sesso, e ti scartano o meno valutandoti sul discorso "FIDANZATO". Se invece ti poni come STUPIDO, SE attratte nonostante il tuo palese comportarti da ritardato che pensa solo con l'uccello, ci fai l'amore anche sera stessa dato il luogo consono. Da sobrio dico è IMBARAZZANTE tutto ciò. Ma non nego di non aver sfruttato a volte questa cosa a mio vantaggio.

Sui MASCHI mi sembra di capire che sempre le tipe cercano di farsi un'idea su come sei a letto in base a come ti comporti fuori letto, forse causa tante esperienze con ritardati. Da NON ritardato dico che è come cercare di capire il sapore di una zuppa dalla forma del piatto. Ma che dire, la chiamano "chick's logic" in inglese per un motivo. Evidentemente è il meglio che di media riescono a concepire.
In generale oggi vedo un trend nelle ragazze di TOTALE HANDICAP quando si tratta di relazioni uomo-donna. Non so se sia colpa di cosmopolitan e affini, ma veramente è un degrado assurdo. Non ci capiscono NULLA ma stanno lì a rimbalzare e "ghostare" gente anche con cui si sono inizialmente trovate perché qualcosa le ha convinte che MR. PERFETTO quando arriva arriva, e sarà tutto "magico-ok-avverrà-comunque", e NON CAPISCONO che a fare così il 99,99% delle volte, alla fine l'ormone chiama, e finiscono con il primo CRETINO che le becca nel GIORNO GIUSTO (spesso lo "sbagliato" per loro, in cui PARADOSSALMENTE si comportano finalmente da sane-coerenti, anche se c'è spesso l'amica/amico accanto a rinforzare l'idea che quando è sana è ritardata e quando è ritardata è sana). Nello 0,1% dei casi invece il tipo di turno che era ok "solo" al 90% si trova una più sveglia di loro, e d'improvviso "CAPISCONO" che era l'amore della loro vita, e cercano di mettersi tra lui e la nuova tipa. Va bene anche rimanere amanti. Il DEGRADO.
E la cosa ALLUCINANTE è che stanno anche ANNI a seguire questo modo di fare privandosi dell'esperienza necessaria per comprendere come FUNZIONA DAVVERO.
Alcune sono ancora ferme lì a 40/50+ anni !!!
Adesso, sono apertissimo a smentite, anzi se ci riuscite mi fate felice. Comunque ho condiviso con voi queste riflessioni per dirvi che se vi interessano discorsi di questo tipo ho appena aperto un forum in cui discorrere di certe cose. Indipendentemente dal vostro sesso biologico ed in completo anonimato. Magari capiamo di più su questo BAILAMME assieme.
Portateci gente. Condividiteci le vostre riflessioni. Se prende bene magari ci condividerò altre mie osservazioni (Anche perché FB non è assolutamente il luogo adatto e questa è stata un'eccezione).
Ah, Buon San Valentino invece alle coppie felici :)))

mercoledì 2 novembre 2022

Civilized to Death (Christopher Ryan) [ENG]

 

Civilized to Death Cocktail Party Cheat-Sheet

I know it can be difficult to confront the onslaught of doubt and dismissal provoked by suggesting that civilization may not be the most amazing thing ever, so I’ve put together a list of the most common objections I’ve heard over the past few years, along with concise responses. These conversations get both easier and harder when accompanied by martinis, so wield these rejoinders at your own risk!

Prehistoric life was a constant struggle to survive. No thanks!

Almost without exception, hunter-gatherers rarely “work” more than three or four hours per day, and these activities are the kinds of things we do on vacation: hunt, picnic, fish, play with kids. The idea that one has to do unpleasant things in order to “pay” for life is not present in hunter-gatherer societies — most of whom have no word for “work.”

But modern medicine saves us from many diseases that killed our ancestors.

In fact, most deadly diseases we face today didn’t exist in prehistory. They are by-products of civilization itself.

Before agriculture, humans didn’t live with domesticated animals from which pathogens mutated into dangerous forms that could infect us. Only after agriculture did infectious diseases such as tuberculosis, cholera, smallpox, and influenza emerge in population centers with densities sufficient to allow them to easily spread once they’d mutated to human hosts from domesticated cows, chickens, ducks, and pigs.

The same applies to many noninfectious diseases. Heart disease and stroke are the leading causes of death globally, but were rare or absent among foragers. The same goes for obesity, hypertension, type 2 diabetes, many types of cancer, auto-immune diseases, and osteoporosis.

Don’t get me started on depression, chronic anxiety, and suicide — all of which are rare among foragers.

But dentistry!

Cavities, gum disease, and tooth decay are rare among foragers — as are impacted wisdom teeth and dental misalignment.

But we’ve doubled the human life span!

No we haven’t. Foragers routinely live into their 70s and 80s.

Here’s the thing: infant mortality is high among foragers — often, over a third of kids die before reaching puberty. A lot of these are kids born with disabilities that are now normally detected in pre-natal testing, often resulting in abortions. When these early deaths are included in calculations, average life expectancy at birth for foragers comes out to around 35 or 40 years. But this does not mean our ancestors routinely died in their 30s or 40s. No human being has ever been “old” at 35 — other than Mark Zuckerberg.

Our foraging ancestors who survived childhood generally enjoyed vigorous, active lives of at least the “three score and ten” (70 years) mentioned in the Old Testament. The true extension of our life expectancy is more like an added ten years or so in industrialized countries, and much of this is a slowing the dying process, rather than an extension of active life.

But there are so many more people in the world! Surely, that’s a sign of progress.

Does civilization work for us, or do we work for civilization?

What’s “good” for the species is not necessarily good for the individual. Consider the chicken. Charles Darwin first suggested that a wild species in Southeast Asia known as red jungle fowl (Gallus gallus) is probably the ancestor of the modern chicken, a hunch confirmed by recent DNA testing. No one can say how many of these birds existed before being domesticated, but it was surely a tiny fraction of the 50 billion chickens alive today.

The vast majority of these chickens spend their lives in filthy sheds with tens of thousands of other birds. Selective breeding and the reckless use of growth hormones have resulted in animals that grow so quickly their legs often buckle under their own weight, and their internal organs are unable to function. In what sense is Gallus gallus a successful species?

Spend a day driving around Los Angeles, then tell me that more people equals better quality of life!

War was constant among tribes.

Nope. By definition, immediate return hunter-gatherers have no accumulated resources. No gardens, no pigs, no houses, no bags of grain, no gold. They carry as little as possible because they are nomadic, and know how to find/make what they need from their environment. They move across the landscape, so they have little need to stop and fight over any particular spot. Everyone is armed and knows how to use their weapons well. What would motivate you to risk your life attacking them? What do they have that’s worth dying over?

Aside from the illogic of assuming people with nothing to fight over were constantly fighting, there is a great deal of evidence, reviewed in Civilized to Death, that in fact, war only became ubiquitous when our species shifted to settled, expansionist, hierarchical agricultural social systems with accumulated resources well worth fighting over and a need to keep spreading into new territories.

I wouldn’t want to be a forager. I don’t even know how to light a fire! I wouldn’t want to live without my iPhone and other doo-dads.

True, but still nonsense. That’s like saying, “I’m glad I’m not French, I don’t even speak the language!”

If you were, you would.

It’s a common mistake to judge “quality of life” by the things one values in his or her own life. We look at the Inuit and think they must be miserable without central heating, microwaveable pizza, and Netflix. Meanwhile, they’re looking at us and wondering how we survive without sled dogs, open spaces, and seal blubber.

A more illuminating way to assess overall quality of life for human beings (as opposed to 21st-century Americans) is to begin by asking what is valued by all societies, and then think about how rich or poor a society is in those areas. Netflix and seal blubber are culture-specific, but free time, personal autonomy, plenty of sleep, low stress, good health, laughter, lots of friends, a rich sexual life, and a relatively quick and painless death are all valued in every society — so they suggest valid criteria for assessing quality of life. When we start to look at societies in these terms, we see that foragers come out way ahead of us in most areas.

If hunter/gatherer life was so great, why is civilization almost everywhere? It’s clearly the better/more dominant way to live.

This is a fair question, but just as total population is not a good indicator of quality of life, nor is the dominance of a given society an indication of the contentment of the people within it. The power of civilization is generated by a suite of interrelated factors — rapid population growth, political hierarchies, slavery, efficient economic systems that centralize power and foster technological development, and so on — all of which make civilization “stronger” than foraging societies simply because civilization creates far more people and better weapons. But none of this implies that agricultural people lived better lives than foragers. In fact, the evidence suggests quite the opposite.

You’ve convinced me, so what should we do now? Go back to living in the woods?

That’s not going to be possible, and I wouldn’t advocate it anyway. We’ve come a long way and learned so much that we shouldn’t abandon: birth control, passive energy production, permaculture, human rights, and so on. We’re going to live in a zoo, in other words, but it’s a zoo we design and create. Let’s create a zoo for ourselves that replicates as much as possible the world that created us.

martedì 3 maggio 2022

Elementi centrali della Teologia della Liberazione


 Fra le tesi di questa teologia vi sono:


1.1 La liberazione è conseguenza della presa di coscienza della realtà socioeconomica.


1.2 La situazione attuale della maggioranza contraddice il disegno divino e la povertà è un peccato sociale


1.3 La salvezza cristiana include una "liberazione integrale" dell'uomo e raggruppa per questo anche la liberazione economica, politica, sociale e ideologica, come visibili segni della dignità umana.


1.4 Non vi sono solo peccatori, ma anche persecutori che opprimono 


1.5 Il dovere della Chiesa di sostenere le vittime dell'oppressione politica e delle violazioni dei diritti umani.



Fra gli impegni teorici e operativi che conseguono dalle tesi vi sono:


2.1 Costante riflessione dell'uomo su se stesso per renderlo creativo a suo vantaggio e a quello della società in cui vive.


2.2 Prendere coscienza della forte disuguaglianza sociale tra società opulente e popoli votati (costretti) alla miseria, ponendosi al fianco dei poveri, che sono le membra sofferenti del corpo crocifisso di Cristo, senza avallare perciò tesi che si avvicinino ad un cristianesimo classista o rivoluzionario. La rivoluzione del vangelo è l'amore, non la lotta. La giustizia sociale è sorella della carità.


2.3 Rivendicare la democrazia approfondendo la presa di coscienza delle popolazioni riguardo ai loro veri nemici, per trasformare l'attuale sistema sociale ed economico.


2.4 Eliminare la povertà, la mancanza di opportunità e le ingiustizie sociali, garantendo l'accesso all'istruzione, alla sanità, ecc.


2.5 Creare un uomo nuovo, come condizione indispensabile per assicurare il successo delle trasformazioni sociali : L'uomo solidale e creativo deve essere il motore dell'attività umana in contrapposizione alla mentalità capitalista della speculazione e della logica del profitto. I sacramenti non sono necessari per questa rigenerazione che sarebbe operabile con le sole forze umane. La redenzione operata da Cristo non sarebbe dunque definitiva; la creazione dell'uomo nuovo viene realizzata da uomini in qualche modo migliori di Cristo.


2.6 Libera accettazione della dottrina evangelica, ossia procurare innanzi tutto condizioni di vita dignitose e poi, se la persona lo vuole, perseguire l'attività pastorale,



FONTE WIKI  COMPLETA: https://it.wikipedia.org/wiki/Teologia_della_liberazione

La cartografia dell’inferno, di Jekyll

O anche : Il tuo percorso come persona centrata e seduttiva Traduzione : Lilian ... È molto facile descrivere ciò che ci circonda. Quando qu...